di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Il clima nella sede locale di Rifondazione Comunista in via Zappata di è quello da campagna elettorale, con idee embrionali, coalizioni e candidati solo all’orizzonte. I tempi sono maturi, secondo il segretario Andrea Rossetti, non tanto per tracciare un profilo programmatico quanto per rimettere insieme le fila di chi sta “a Sinistra del Pd”, con l’obiettivo di indagare la fattibilità di un “percorso di creazione di una sinistra unitaria comacchiese”, mentre i papabili candidati di altri schieramenti sono già dati in pasto alla stampa. Rossetti volge lo sguardo dal passato al futuro, passando dal presente, ossia dall’ex pentastellato Marco Fabbri.

“L’amministrazione si sta muovendo per ripresentarsi, tra la candidatura a capitale della ‘cultura’, i lavori per la piscina e vari jolly preparati per fine quinquennio per far dimenticare ciò che in questi anni non è andato. Trucchi a cui i cittadini sono abituati”, li definisce Rossetti, che ripercorre le fasi di quello che suona come un tradimento.

“Dopo la metamorfosi degli eletti (da 5 Stelle ad ex, da contrari alle provincie a favorevoli, da promotori della rottamazione di un certo sistema politico ad accaniti sostenitori) siamo caduti sotto la parola e la mano di Zappaterra, Calvano e del Pd ferrarese, improvvisamente diventati i loro migliori amici. Abbiamo visto attuare il programma del Pd con il sostegno della claque di imprenditori, o prenditori (guidata da Ted Tomasi), che non li abbandona mai”.

Come nel 2012 (quando la lista ottenne il 10% circa delle preferenze e un consigliere) Prc parrebbe escludere alleanze con il Pd anche per scongiurare una ‘sorpresa Fabbri’ nella coalizione allargata. Memori delle larghe intese “improponibili e inaccettabili con Pierotti e con il centrodestra, imposte dai vertici regionali del Pd”, i compagni puntano ad “assicurare una posizione politica alternativa, aperta ai partiti, ai movimenti, comitati e simpatizzanti che credono ancora si possa lottare per i diritti basilari delle persone”.

Verosimile il sostegno dei gruppi Legambiente Delta Po e ‘Comitato Piazza del Popolo’, realtà affini al programma delle sinistre comacchiesi. Per i primi, la conferma arriva dal volontario Stefano Martini, che rintraccia nelle battaglie su ‘appalti monotoni’ (“unico partecipante, unico vincitore o meglio soliti vincitori”) e sulle nuove varianti ai piani regolatori punti in comune con il gruppo di Rossetti.

Se quest’ultimo si mostra poco ottimista sull’esito di un dialogo con il Pd, (“facilmente ci troveremmo scartati, come successo anche a Lagosanto nel 2014”) più morbida è la linea di Sel. Nel giorno dello scioglimento della formazione del partito di Vendola, è Valter Zago (Sel locale ed ex presidente Ente Parco) ad augurarsi “un doveroso confronto con il Pd verso una coalizione contro Fabbri, volontà annunciata anche da Pd Comacchio”. Zago, riporta a galla anche “l’esperienza negativa del 2012, dovuta al ruolo fallimentare del nostro rappresentante di coalizione (l’assenteista mai dimissionario Fabio Cavallari, ndr)”.

“Bisognerà fare attenzione alla selezione del candidato e se non ci sarà possibilità con i dem – conclude – lo chiariremo subito, ma una sfida costruttiva di unione va lanciata. La fine di Fabbri insegna che la partita comacchiese è complicata, in un contesto territoriale in cui (penso a Lagosanto e Codigoro) la sinistra è in gran sofferenza e sconta più che mai le sue politiche fallimentari”.

“Questo più che mai è il momento di concretizzare” si collega Stefania Soreani, segretaria provinciale Prc in riferimento al momento buio dei democratici post referendum.

In attesa di riscontri, Prc Comacchio ribadisce la voglia di “ripartire insieme da un programma ancora attualissimo: turismo di qualità, rilancio della vallicultura e della pesca, sanità funzionante, cultura, sport accessibile, sociale, urbanistica, abbattimento di barriere architettoniche e lavori pubblici ecocompatibili”.