Copparo
8 Ottobre 2016
Avviata la procedura di mobilità: "Vogliono licenziare senza passare per la Cigs". Proclamate 10 ore di sciopero

Esuberi Berco, i sindacati: “E’ una dichiarazione di guerra”

di Mauro Alvoni | 4 min

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Copparo. Una dichiarazione di guerra. Così viene considerato dai sindacati di categoria l’annuncio di 365 esuberi alla Berco con avvio della procedura di mobilità e disdetta del contratto aziendale. E guerra sia, dunque, con lo sciopero di oggi, lo sciopero di tutte le flessibilità e reperibilità nelle giornate di domani (sabato 9 ottobre) e di domenica e con un ulteriore pacchetto di 10 ore di astensione dal lavoro da organizzare giorno per giorno a partire da lunedì.

Ora l’obiettivo delle segreterie sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil e delle Rsu è di bloccare al più presto la procedura di mobilità, che significherebbe arrivare al 20 dicembre (scattano infatti i 75 i giorni di tempo per trovare un accordo) lasciando mano libera all’azienda di inoltrare 365 lettere di licenziamento immediatamente esecutive, e discutere invece di cassa integrazione straordinaria o di contratti di solidarietà, che permetterebbero di avere almeno 24 mesi di tempo per poter ragionare con maggiore tranquillità sulle soluzioni per attraversare questa nuova crisi. Nello stesso tempo, come comunicato da sindacati e Rsu nel corso della mobilitazione di oggi presso lo stabilimento di Copparo, “ci stiamo attivando – ha spiegato il segretario provinciale Fiom, Samuele Lodi – per attivare il tavolo di trattativa al Ministero vista la situazione complicata che si è venuta a determinare, perché sarebbe il primo caso in provincia, e forse in Italia, in cui un’azienda arriva a licenziare direttamente senza passare dalla Cigs”.

L’impatto delle scelte aziendali riguardanti gli esuberi interessano per 331 unità lo stabilimento di Copparo e per altre 34 unità quello di Castelfranco Veneto. E interessano quasi esclusivamente gli indiretti (i lavoratori non coinvolti direttamente nel processo produttivo come impiegati, addetti alla logistica, etc.), gli stessi per i quali l’azienda prima dell’estate aveva commissionato alla Boston Consulting una sorta di “radiografia” per comprendere quale fosse il rapporto tra diretti e indiretti e calcolare quindi eventuali esuberi. Era, quest’ultimo, uno dei tanti segnali, oltre alle “voci fatte circolare ad hoc in stabilimento”, che hanno portato i sindacati già prima della pausa estiva a chiedere chiarezza e incontri con la dirigenza, con tanto di scioperi. Nessuna risposta concreta fino all’incontro di ieri con la comunicazione della “ricetta”. “Comunicazioni gravissime – aggiunge Lodi – dopo che avevamo percepito da qualche mese la situazione non positiva di Berco, con dati negativi di redditività e continui problemi organizzativi e gestionali, il tutto appesantito da un trend di mercato negativo. Gravi perché la stessa azienda sostiene che non vi siano le condizioni per mettere in campo ammortizzatori conservativi: quindi vuole arrivare subito ai licenziamenti”.

“L’idea dell’azienda è tagliare subito sui costi – commenta Sandra Rizzo, segretaria provinciale Fim-Cisl – e questo non può essere altro che un input giunto dalla casa madre, la Thyssenkrupp”. “E’ stata fatta una scelta volutamente provocatoria verso i lavoratori – aggiunge Paolo Da Lan, segretario Uilm-Uil – e il mandante è Thyssenkrupp: si chiama dichiarazione di guerra, perché di certo non si discute con le pistole sul tavolo e cercando di dividere fra loro i lavoratori”.

Il timore è che il “piano” aziendale preveda una lenta ma inesorabile dismissione. I segnali ci sarebbero tutti, “basti pensare – elenca Lodi – che fra i lavoratori licenziati nel 2013 (428) e quelli di oggi si arriverebbe a un taglio di 800 persone in tre anni”.

Intanto in queste ore arrivano anche le reazioni politiche sulla vicenda e la vicinanza ai lavoratori di alcuni esponenti di partito. “Abbiamo preso atto delle notizie relative alla situazione Berco ed esprimiamo con convinzione la nostra solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori che in queste ore sono stati raggiunti da notizie preoccupanti circa il futuro aziendale”. A dichiararlo, sono il segretario provinciale del Pd Luigi Vitellio e il segretario comunale del Pd di Copparo Simone Tracchi.

“Fin da subito – continuano gli esponenti Pd – riteniamo assolutamente necessario che la filiera istituzionale, composta dai rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, debba muoversi compatta per la tutela dei posti di lavoro e per scongiurare gli effetti nefasti di cui si sta parlando in queste ore. Siamo in contatto continuo con il sindaco di Copparo e con la Regione e faremo tutto ciò che è necessario per coadiuvare il lavoro delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni coinvolte”.

Con il Pd locale anche la senatrice Maria Teresa Bertuzzi esprime la sua vicinanza alle rappresentanze sindacali e ai lavoratori confermando la sua piena disponibilità ad affrontare il tema della crisi Berco. “L’accordo del 2013 aveva impattato un primo momento negativo. E’ del tutto evidente che i numeri degli esuberi che circolano in queste ore sono assolutamente preoccupanti. Ogni situazione è nuova, anche se siamo a soli 3 anni di distanza dall’accordo precedente. Oggi serve ripartire subito sul percorso unitario già intrapreso con la precedente crisi, perché per Copparo un numero di esuberi come quello fatto trapelare dall’azienda è insopportabile”.

 

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