Copparo. Si ritorna al passato, quello più fosco, di soli tre anni fa – ai tempi de “La Berco siamo noi” – dopo l’incontro tra azienda e sindacati di giovedì mattina. L’azienda (che è nell’alveo di Thyssenkrupp) ha comunicato di aver avviato la procedura di mobilità e si parla di 360 esuberi, ovvero 360 lavoratori a rischio licenziamento. I sindacati sono già in rivolta.
In estate erano già affiorate le prime voci su una possibile richiesta di centinaia di esuberi, che avevano già destato grande preoccupazione tra i circa 1.600 lavoratori. Voci tristemente confermate.
Sciopero Berco: “Voci su apertura crisi e centinaia di esuberi”
La mobilitazione sindacale parte già da venerdì: “Abbiamo indetto tre ore di sciopero con assemblea dei lavoratori – spiega Samuele Lodi, segretario della Fiom-Cgil provinciale -. L’azienda ha aperto la procedura di mobilità e disdettato il contratto aziendale, il modello proposto è di fatto quello del 2013. Adesso dobbiamo e vogliamo parlare con i lavoratori”. Il clima è molto teso, domani, dopo le assemblee con i lavoratori – alcuni non sono stati raggiunti perché il loro turno era già finito al termine dell’incontro con l’azienda – i sindacati daranno maggiori dettagli.
Ma che la situazione sia letteralmente precipitata è un dato di fatto, e la non manca la rabbia: “È l’ennesima puntata di un film già scritto – afferma Massimo Zanirato, segretario generale della Uil -: l’azienda vuole competere sul mercato con la riduzione del costo del personale. Non hanno capacità manageriale, se si licenziassero prima i dirigenti forse potremmo anche ragionare perché c’è un gruppo dirigente che sta minando la stessa presenza dell’azienda a Copparo. Adesso bisogna trovare un confronto a tutto respiro – conclude Zanirato – perché il problema non riguarda solo la Berco ma l’intera provincia”.
Le tre ore di sciopero di venerdì potrebbero essere solo il primo passo per una mobilitazione che potrebbe essere anche più ampia: “Dobbiamo ancora decidere ma c’è una proposta per un programma di 12 ore di sciopero”, afferma Paolo Da Lan, segretario dei metalmeccanici Uil.
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