Politica
22 Settembre 2016
Martedì sera in Sala Estense Massimo Villone e Domenico Morace hanno spiegato le ragioni del 'no' al referendum

“Surreale che a stravolgere la Costituzione siano Renzi, Verdini e Boschi”

di Redazione | 3 min

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(foto di Riccardo Scardovelli)

di Marcello Celeghini

“È surreale che la Costituzione scritta da De Gasperi, Nenni e Togliatti, venga ora stravolta da Renzi, Verdini e la Boschi”. Non usa mezzi termini Massimo Villone, professore emerito di diritto costituzionale dell’Università ‘Federico II’ di Napoli, intervenuto alla serata pubblica organizzata alla Sala Estense per esporre le ragioni per ‘no’ al quesito del prossimo referendum, serata a cui avrebbe dovuto partecipare anche un altro illustre ospite, il giudice Ferdinando Imposimato, impossibilitato però a presenziare per questioni familiari. Al suo posto è stato invitato l’avvocato Domenico Morace del foro di Bologna, esponente dei comitati del ‘no’ nella città felsinea. Ad intervistare i due ospiti ci hanno pensato i giornalisti delle quattro principali testate ferraresi, moderati da Tommaso Mantovani.

I due giuristi sono concordi nel definire la Riforma Boschi come “una pessima riforma portata avanti con la forza”. I due punti che vengono più contestati nel testo sono senz’altro le modalità di formazione del nuovo Senato e lo sbilanciamento di poteri a favore dell’esecutivo. “La Riforma Boschi è stata scritta ed approvata con la stessa modalità sbagliata con cui si è operato con la riforma costituzionale del 2001- spiega Villone-. In più, questa volta c’è l’aggravante di avere un Parlamento illegittimo. Non si riformano le costituzioni con il coltello in mezzo ai denti, perché ne esce una riforma inevitabilmente sbagliata: non è stato abolito il Senato, ma è stata abolita solo la possibilità per gli italiani di eleggersi i senatori. Ogni nuovo senatore sarà legato al suo pezzettino ti terra, sarà il Senato dei localismi e dei campanilismi”.

I difensori della riforma affermano che con la vittoria del ‘si’ il Paese avrà più stabilità governativa e un iter legislativo più snello. “La ingovernabilità dello Stato è data dalla Costituzione o è data dalla classe politica che abbiamo avuto negli ultimi decenni?- si domanda l’avvocato Morace – Con partitini e liste varie che vivacchiano in Parlamento. È strano che chi da la colpa al bicameralismo italiano non ricordi che per approvare il Lodo Alfano le due camere ci hanno messo appena venti giorni. Se si vuole snellire l’iter legislativo non si devono stravolgere gli organi dello stato ma bisogna agire sulla classe politica”.

C’è chi tra giuristi e politologi definisce questa riforma come un ‘attentato alla democrazia’, sostenendo che le future maggioranze parlamentari saranno così forti da poter controllare quasi tutti gli organi dello stato. “È un colpo di stato nascosto poiché va a ridurre progressivamente la possibilità dei cittadini di partecipare alla vita democratica dello Stato- puntualizza Villone- . Pensiamo al provvedimento sulla ‘Buona Scuola’: è un provvedimento portato avanti in modo autoritario, senza ascoltare minimamente le istanze che venivano dal basso”.

Un altro dei punti più contestati della Riforma è l’imperizia con cui, secondo molti, si è andati a riscrivere gli articoli della Costituzione. “Ma quali zampe hanno scritto il nuovo articolo 70 della Costituzione?- si domanda Morace- Da una frase chiara di poche parole, quale era, è stato trasformato in un trattato giuridico lungo una pagina. Trovo che questo sia un abominio voluto da chi ha intenzione di barare. A chi dice, invece, che avremo maggiore governabilità con la Riforma, vorrei chiedere se siamo davvero sicuri che con questa classe politica avremo maggiore governabilità e un paese più efficiente, io credo di no”.

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