Eventi e cultura
11 Settembre 2016
È morto a 84 anni a Roma dove da anni si era trasferito, fu autore di film e libri gialli di successo

Addio allo scrittore e sceneggiatore ferrarese Massimo Felisatti

di Redazione | 2 min

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Massimo Felisatti (foto tratta dall'intervista rilasciata per il Dvd Equaetur)

Massimo Felisatti (foto tratta dall’intervista rilasciata per il Dvd Equaetur)

È morto all’età di 84 anni, compiuti lo scorso maggio, a Roma lo scrittore, regista e sceneggiatore ferrarese Massimo Felisatti. Il decesso è avvenuto il 7 settembre scorso e le esequie si sono celebrate venerdì pomeriggio nella cappella del cimitero acattolico di Roma.

Felisatti, sempre molto legato a Ferrara, da anni ormai viveva a Roma ma negli anni Cinquanta del secolo scorso fu molto attivo culturalmente nella sua città, insieme agli amici Fabio Pittorru, Massimo Sani, Florestano Vancini, Renzo Ragazzi e Guido Fink.

Svolse anche attività politica e lavorò per alcune testate locali di sinistra, assumendo la direzione della rivista culturale Ferrara, nome con cui firmò in seguito, nel 1975, la regia del film “I violenti di Roma bene” insieme a Sergio Grieco (che adottò lo pseudonimo Segri).

La sua seconda opera da regista arrivò molto più tardi, nel lavoro collettivo “Un altro mondo è possibile”, documentario ideato e coordinato da Francesco Maselli sui fatti del G8 di Genova del 2001.

Si laureò in lettere moderne, ma da appassionato di cinema nel 1966 raggiunse a Roma l’amico Florestano Vancini, dedicandosi però alle traduzioni e e alla saggistica. Nella Capitale ritrovò anche anche Pittorru e con lui collaborò a lungo, firmando numerose sceneggiature e libri gialli di successo (Violenza a Roma, La madama). Dal cinema e dai libri, il sodalizio si trasferì anche sul piccolo schermo per la serie televisiva “Qui squadra mobile”, fra i primi polizieschi italiani, trasmesso in due serie nel 1973 e nel 1976.

Tra gli anni Settanta e Ottanta continuò la sua attività sia di sceneggiatore per serie televisive di successo e di scrittore, collaborando anche a inchieste televisive come “Un delitto di regime: il caso Don Minzoni”.

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