Anche Ferrara avrà la sua Festa Tricolore. Il comitato ferrarese per il no al referendum costituzionale si è ‘appropriato’ del nome della storica manifestazione di Mirabello ma, nonostante la concomitanza dei giorni (dall’8 all’11 settembre), rigetta le accuse di plagio.
“Non c’è stata nessuna volontà di scippo: il tricolore è di tutti” asserisce Alberto Balboni, tra i fondatori del Comitato per il no che organizza una quattro giorni di dibattiti politici, musica e gastronomia sul montagnone in viale Afonso d’Este per informare la cittadinanza sui contenuti della riforma costituzionale, “pericolosa perché snatura la nostra Costituzione, taglia le gambe al principio di equilibrio dei poteri e consegna tutti i poteri nelle mani di un solo leader”.
Sfatato il ‘furto d’identità’ della festa mirabellese (“quando ho fatto la proposta non sapevo che ci sarebbero stati altri eventi nello stesso periodo e, se il nome combacia, è solo perché il tricolore richiama il senso di appartenenza nazionale”), Alberto Balboni, tra l’altro ai tepi di Alleanza Nazionale prima e Pdl poi organizzatore trentennale del programma politico di Mirabello, presenta la ‘sua’ Festa Tricolore a difesa della Costituzione che “copre un vuoto sul dibattito della riforma costituzionale“.
L’inaugurazione, in programma giovedì 8 settembre alle 17.30, vedrà a confronto le ragioni del sì e del no al referendum. Alla discussione interverranno due rappresentanti del mondo del diritto e due giovani: il politologo e professore emerito dell’Università di Bologna Paolo Pombeni e l’esponente del comitato dei giovani per il sì Tommaso Corradini che sosterranno le ragioni del sì ‘contro’ il professore di Unife Alessandro Somma e il rappresentante degli studenti al Senato Accademico di Unife Alessandro Balboni a difesa del no.
Il confronto proseguirà venerdì 9 con un dibattito tra tutti i capigruppo del consiglio comunale di Ferrara (confermata la presenza di Luigi Vitellio del Pd e degli esponenti del centro destra e M5S), coordinato dal ‘veterano’ Massimo Pierpaoli, il quale assicura che “verrà fatta chiarezza su un referendum di difficile comprensione per sostituire la disinformazione dei partiti che cercano di parlare alla pancia della gente senza dare reali spiegazioni”.
Protagonisti di sabato 10 saranno l’onorevole Anna Maria Bernini, già ministro per le politiche europee del governo Berlusconi che interverrà alle 18.30, e Magdi Allam che alle 19.30 presenterà il suo ultimo libro “Islam, siamo in guerra”. La giornata sarà aperta alle 17.30 con un appuntamento del comitato famiglia per il no moderato da Chiara Mantovani che chiede uno “sforzo di pensiero per riflettere sulla nostra Costituzione”.
A chiudere il programma, domenica 11 alle 18, sarà Ignazio La Russa. Una schiera di politici, quindi, “ma alla festa non ci saranno simboli di partito – avverte Balboni – per far capire alle persone, al di là degli schieramenti politici, il momento epocale che stiamo per affrontare e come questo influenzerà il futuro dell’Italia. La democrazia, così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, è in pericolo ma invece di approfondire il dibattito si sta facendo una propaganda truffaldina basata sulla semplificazione estrema”.
Tra le dichiarazioni ‘sbugiardate’ da Balboni c’è quella della riduzione dei costi: “I costi del Senato, trasformato nel dopolavoro dei sindaci, rimarranno identici con un risparmio vergognoso dello 0,14%. Se si voleva incidere davvero sui costi della politica, bisognava occuparsi delle 38mila persone non elette ma sedute sulle poltrone delle partecipate diventate intoccabili con la legge Madia”.
I banchetti informativi a favore del no, “che hanno ricevuto centinaia di adesioni per tutta l’estate anche da persone notoriamente di sinistra” rivela Luca Mezzadri, proseguiranno in autunno mentre il comitato ha in cantiere altre iniziative per il futuro come un incontro con Massimo Gandolfini (il 15 alla sala Estense) e Felice Casson (data da definire in ottobre).
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