Politica
6 Agosto 2016
E Fornasini (Fi) chiede le dimissioni della Sapigni e della presidente dell'Asp: "inadeguate"

Scontro sindaco-Ffo, il Silp dà ragione a Tagliani

di Redazione | 4 min

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sapiLa contestazione di Gainabella ha messo a dura prova la sicurezza per i cittadini presenti e per gli operatori delle forze dell’ordine. Lo sostiene il sindacato di polizia del Silp Cgil, l’unico fino ad oggi non intervenuto nella querelle scatenata dalle accuse del sindaco Tagliani, perché “avrebbe dato sponda a strumentalizzazioni politiche, visto l’acceso confronto sul tema immigrazione ed accoglienza”.

Ora invece il Silp esce allo scoperto e parla in maniera esattamente opposta a quelle degli altri sindacati, in una “contesa che troppo spesso appare più concentrata sulla ricerca di facile consenso che su possibili soluzioni”.

Ecco allora che, secondo il segretario Enrico Vincenzi qualcosa non ha funzionato in tema di organizzazione, visto che per l’incontro con l’assessore Sapigni erano schierati sette dipendenti delle forze dell’ordine. Eppure “dalle informazioni ufficiali pervenute è parso improbabile che gruppi organizzati avrebbero potuto inserirsi nel confronto pubblico senza preavviso”.

Informazioni che a detta di Vincenzi non sono “state previste ed evidenziate” ed il “risultato è evidente: l’“evento” è stato messo a dura prova di sicurezza per i cittadini presenti e per gli operatori delle forze dell’ordine”.

Il Silp non punta il dito contro gli agenti presenti, che “hanno dimostrato estrema capacità e professionalità nel capire quale atteggiamento sarebbe stato più idoneo adottare per evitare l’esacerbazione del confronto”, ma “non si può sperare sempre nelle capacità dei singoli per far fronte alle emergenze”. Quello che sarebbe mancato è il “coordinamento prima al nostro interno e poi fra i vertici istituzionali”, un coordinamento al quale il Silp si rende disponibile ad essere interpellato per collaborare nell’organizzazione nei servizi di ordine pubblico, principalmente perché riteniamo doveroso tutelare i poliziotti che intervengono in questi ambiti”.

Il sindacato ricorda che il “nostro compito è tutelare il lavoro di tutti i poliziotti chiamati nelle piazze prima di scontrarsi con altre istituzioni che hanno lo stesso nostro obbiettivo: essere al servizio dei cittadini”. Per questo il Silp ha chiesto un incontro al sindaco “per meglio capire le pesanti denunce mosse e quale contributo potrà e dovrà dare l’amministrazione comunale perchè eventi simili possano essere meglio gestiti in termini di collaborazione leale ma anche di un adeguato numero di agenti da garantire”.

Un ulteriore intervento sulla vicenda arriva dai banchi dell’opposzione, con Matteo Fornasini di Forza Italia che chiede le dimissioni della Sapigni e della presidente dell’Asp Angela Alvisi. “È mai possibile o plausibile – si chiede il consigliere – che l’Asp e l’assessora competente non si siano informati in modo ampio ed esaustivo sulla villa stata scelta per alloggiare 30 profughi? Se è così allora questo dimostra ancora una volta l’inadeguatezza dell’assessora Sapigni e dei vertici dell’azienda comunale ai servizi sociali (Asp)”.

Fornasini ricorda i ‘precedenti’ del caso Camelot dello scorso anno e il buco di circa 3 milioni di euro nei bilanci dell’Asp “ripianato tramite l’aumento delle tasse ai ferraresi” (con un altro presidente, ndr): “ora è davvero il momento di dire basta”.

Fornasini si interroga poi su come fosse possibile che la cooperativa Camelot “non fosse a conoscenza o non si fosse preventivamente informata prima di decidere di collocare i profughi nella villa a Gaibanella. Anche Camelot ha sbagliato e chi sbaglia deve pagare. Pertanto invito pubblicamente il sindaco a valutare la revoca dell’affidamento della gestione del servizio a Camelot. O in alternativa ad intervenire per bloccare immediatamente la scelta scellerata di collocare i profughi nella villa a Gaibanella”.

Di “segnali di manifesta inadeguatezza avvertiti dai più” parla anche un’altra consigliere azzurra, Paola Peruffo, che aggiunge a questo ultimo capitolo “altre pur gravi e altisonanti vicende del recentissimo passato e dello stesso presente, dal Palazzo degli Specchi, al sacrificio della già malridotta aria ferrarese per lo smaltimento dei rifiuti dalla Puglia, alla degenerazione del degrado in zona Gad”.

“Su Gaibanella – sostiene la Peruffo -, non c’è da chiedersi su quale punto la Giunta abbia sbagliato bensì – purtroppo – limitarsi a valutare la consistenza di errori e omissioni in serie. Tutto questo a cominciare dalla capacità di ricezione di persone richiedenti asilo nel nostro comune. Com’è possibile non tener conto dei dati economici di questa provincia in cui la percentuale dei ferraresi costretti a emigrare altrove per trovare fonti di reddito aumenta di anno in anno in modo esponenziale? Diventa oltremodo difficile, a fronte di ciò, accettare che fondi pubblici vengano spesi a vantaggio di persone che giungono da altri luoghi – pur con tutto lo spirito umanitario possibile – a discapito di chi in questi luoghi è cresciuto e ha le proprie radici familiari”.

Viene poi una lunga serie di sbagli. Quello della Sapigni che si è dichiarata “non informata sui fatti” su vicende “scottanti e che coinvolgono in pieno le proprie deleghe”. Quello di Camelot, che ha individuato “un edificio su cui esistono vincoli legali e per il quale pare non essere lecito un contratto di subaffitto”.

“Sbagliato” poi non informare i rappresentanti di tutti i gruppi consigliari dell’incontro di chiarimento su questa vicenda e “sbagliatissimo”, oltre che “sintomo del nervosismo e della confusione che regnano nelle stanze dei bottoni di piazza Municipale, da parte del sindaco attaccare le forze dell’ordine quando tutti hanno avuto dimostrazione che, al di là delle veementi (e legittime) prese di posizione dei residenti di Gaibanella, non vi è stata ombra di comportamenti violenti”.

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