Cronaca
8 Giugno 2016
Durante l'udienza di convalida del fermo il maresciallo nega la presenza della figlia della compagna, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere

Omicidio del Po. La difesa del carabiniere: non voleva ucciderlo

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Sentenza Fiera. La Procura ricorre in Appello

Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio

Donazioni Covid, il Comune “ammette” di essersi tenuto i soldi

E' una replica che assomiglia molto a un'ammissione di colpa, quella che il Comune di Ferrara, attraverso il direttore generale Sandro Mazzatorta, invia come 'rettifica' al nostro quotidiano dopo l'inchiesta sui soldi dei ferraresi destinati all'emergenza Covid per l'ospedale di Cona. E' una nota nella quale, volontariamente o meno, il Comune conferma di essersi trattenuto il denaro delle donazioni

Salvatore Ciammaichella (foto tratta dal profilo Facebook)

Salvatore Ciammaichella (foto tratta dal profilo Facebook)

Molto scosso per quanto accaduto, nega che la figlia abbia assistito all’omicidio. Salvatore Ciammaichella, il maresciallo dei carabinieri accusato di aver ucciso il barista Antonio Piombo, 60 anni, nella golena del Po, a Garofolo di Canaro, ha raccontato la sua versione dei fatti durante l’udienza di convalida del fermo.

“Abbiamo fiducia nella magistratura”, le uniche parole del suo difensore, l’avvocato Alessandro Falzoni di Cento, che martedì lo assistito durante l’udienza. La decisione del giudice dovrebbe arrivare entro giovedì mattina.

Se la compagna Monia Desole, difesa dall’avvocato Lorenza Munari di Rovigo, si è avvalsa della facoltà di non rispondere (il difensore ha contestato l’esistenza di un pericolo di fuga che giustifichi la misura del carcere), il maresciallo in servizio a Cento (in congedo da più di un anno per problemi di salute e che sarebbe dovuto tornare presto a lavoro) ha deciso di rispondere.

Secondo le ricostruzioni dell’interrogatorio, Ciammaichella – al momento sospeso dall’Arma – avrebbe parlato di un tragico incidente, negando qualsiasi volontà di uccidere Piombo. Una tragica fatalità, conseguenza di una lite violenta, generata dal fatto che Piombo – ma questa sarebbe solo la sua versione dei fatti – sarebbe andato a disturbare lui e la compagna, appartati sull’argine del Po come molte altre coppie fanno in quella zona. Una lite finita male, con il militare che estrae la sua pistola personale – una Mauser calibro 7.65 – e, nella concitazione, fa partire involontaria un colpo fatale per il barista. Il possesso dell’arma – comunque regolarmente denunciata – è un altro fatto contestato al maresciallo.

Poco si sa sul perché insieme alla compagna abbiano spostato l’auto di Piombo, preso il suo bancomat e fatto piccoli prelievi da alcune centinaia di euro (materialmente li avrebbe eseguiti la donna) in alcuni bancomat, spostandosi fino a Bologna e Finale Emilia, come risulta dalle registrazioni di alcune videocamere di sorveglianza. Forse un modo per depistare le indagini e far pensare a una rapina finita male.

Ciammaichella ha però negato con forza quanto emerso da alcune indiscrezioni di stampa che parlavano della presenza della figlia di 6 anni della Desole sul luogo del delitto, nel momento in cui è stato commesso l’omicidio.

Intanto le indagini proseguono. Il 10 giugno verrà portato a Parma, nella sede del Ris, dove verranno esaminati alcuni oggetti sequestrati dagli inquirenti, tra i quali alcuni mozziconi di sigaretta.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com