Recensioni
3 Giugno 2016
La rassegna ha offerto una pellicola di grande interesse. "La mia casa e i miei coinquilini - Il lungo viaggio di Joyce Lussu"

Ferrara Film Fest, anche di donna

di Redazione | 3 min

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Joyce Lussu nel docu della PICCININI al FERRARAFILMFESTAppena nato e dato inizio, oggi, al suo terzo giorno di programmazione, Ferrara Film Fest ha offerto una pellicola, un docu, in realtà, di media lunghezza, davvero di grande interesse e molto ben fatto.

Si tratta de “La mia casa e i miei coinquilini – Il lungo viaggio di Joyce Lussu”, prodotto e diretto nel 2015 da Marcella Piccinini, giovane regista bresciana di nascita, ma ‘bolognese’ da anni, che ripropone attraverso rari materiali d’archivio, una ‘storica’ intervista di Marco Bellocchio del 1994 a Joyce Lussu, donna di grande cultura e compagna di vita del sardo Emilio Lussu (politico, scrittore di grande spessore, autore del libro Un anno sull’Altipiano, da cui Francesco Rosi aveva liberamente tratto una delle sue più grandi pellicole, il pacifista Uomini contro, del 1970, splendido alter ego del capolavoro di Stanley Kubrick, di 13 anni prima, Orizzonti di gloria).

Presentato pochi giorni fa al Bellaria Film Festival, dove ha ottenuto una Menzione Speciale, ed a gennaio scorso al Trieste Film Festival, il film della Piccinini, oltreché di grande impatto umano e sociale, è un ottimo strumento didattico per far capire alle giovani generazioni molti dei momenti più dolorosi del nostro passato recente, come la lotta al nazifascismo, la Shoah – semplice e meravigliosa la recita in scena della Lussu stessa della lirica Scarpette rosse – la lotta delle donne per il voto, osteggiato dagli stessi mariti ‘di sinistra’, il ricordo di grandi poeti, i cosiddetti poeti “rivoluzionari del Terzo mondo”, da Nazim Hikmet, ad Agostino Neto, a Ho Ci-min che lei stessa conobbe e tradusse, diffondendone i versi nel mondo occidentale.

Personaggio di grande carisma, attraeva folle di donne che la seguivano nella sua opera di emancipazione.

Noi facevamo guerra alla guerra – dichiara  con dolce fermezza nel testo filmico.

Un  po’ in diretta, un po’ con la voce fuori campo dell’attrice Maya Sansa – tra le preferite di Bellocchio – si dipana così l’intenso racconto della pienezza di una vita votata per gli altri, anche a scapito della propria.

E non solo Cinema, ora a Ferrara: due mostre di artiste sono in parete al Palazzo della Racchetta, sede ufficiale della cine-manifestazione.

Della prima è autrice Natalia Lobes, artista russa, amante di fotografia e di cinema: particolarmente iperrealisti i suoi ritratti che molto assomigliano, non a caso, ad un ferma immagine colto all’istante ed immortalato, ma che nel particolare uso della luce e delle cromie non dimenticano la lezione dei grandi padri dell’arte russa che non ha ancora dimenticato il Futurismo.

I suoi soggetti vanno dal connazionale grande amante dell’arte lui stesso e della sua terra, il regista Nikita Michalkov, fratello di Andrej Končalovskij, pure regista importante, al compianto  Robin Williams, per non citarne che due.

Della forlivese Miria Malandri, l’altra pittrice presente con 25 oli, viene offerto un omaggio di 4 anni fa al nostro Michelangelo Antonioni, in occasione del centenario della nascita.

Una soggettiva pittorica che per Miria, cinefila ab ovo, rappresenta una ideale continuità  di passione e di professione.

Tra le molte sue prime mostre, infatti, si ricorda una personale tenuta a Cattolica in occasione del Mystfest del Giallo e del Mistero del 1992, uno dei migliori cinefestival italiani, purtroppo ‘scomparso’ meno di 10 anni dopo.

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