Lettere al Direttore
27 Maggio 2016

Ma Almirante non va giudicato dalla sua appartenenza politica

di Redazione | 2 min

Egregio direttore,
vorrei esprimere alcune personali riflessioni nel merito della polemica per l’intestazione di una strada a Giorgio Almirante, così prontamente bocciata dal vicesindaco Maisto. Certamente Giorgio Almirante fu un fascista, come Stalin fu un comunista, appartenenti ambedue a sistemi autoritaristici che si macchiarono di colpe indiscutibili. Se dovessero essere giudicati per quella loro appartenenza certamente Maisto avrebbe dovuto, con altrettanto vigore, bocciare via Stalingrado. Ma Giorgio Almirante va valutato per la sua attività politica del dopoguerra, quando per pacatezza e lungimiranza aveva ottenuto il rispetto di tutti, avversari compresi. Memorabili furono i confronti con Enrico Berlinguer, esempi di capacità e stile, di passione politica nel rispetto degli altri, tant’è che Almirante volle onorare il suo principale avversario partecipando al suo funerale, accolto senza alcuna contestazione dell’allora PCI. Altri tempi, altro stile, altro modo di fare politica. Credo che se ci sia qualcosa da rimpiangere della Prima Repubblica sia proprio questo. Oggi, evidentemente, altre sono le priorità. E’ chiaro che esponenti – come Maisto – di un partito di governo nemmeno eletto dal popolo e che accetta con arroganza i voti di ex berlusconiani plurindagati e condannati come Verdini per varare provvedimenti ben poco democratici, come la riforma RAI solo per fare un esempio, hanno la necessità di tentare ogni strada per recuperare voti a sinistra. Ma la Storia, al di là della politica, è scritta dalla memoria, e anche se Almirante, almeno per ora, non avrà una strada, resterà nei cuori e nei ricordi di tanti italiani, chi si riduce ad ‘attaccare’ i morti per raccattare consensi è arrivato all’epilogo di un periodo politico solo da dimenticare.

Mauro Malaguti (FdI)

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