Cento
28 Aprile 2016
Ma la Fiom attacca: “Il lavoro è un diritto, non può essere né un favore né una concessione”

Raccomandati in Vm, la replica della Fim Cisl

di Redazione | 5 min

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(lavoratori fuori dai cancelli della Vm, foto di archivio)

(lavoratori fuori dai cancelli della Vm, foto di archivio)

Cento. “Credo fermamente nell’autonomia del sindacato e non verrei meno a questi valori per nessun motivo”. È la replica di Sandra Rizzo all’articolo uscito su “Repubblica”, che ricostruisce la vicenda in maniera molto diversa rispetto al quotidiano del Gruppo L’Espresso: “L’articolo ha dato una versione diversa da ciò che è la realtà, utilizzando una mail privata diffusa da una persona indagata dalla Procura di Ferrara per un procedimento penale per furto, appropriazione indebita e falsa testimonianza. L’unico scopo è di attaccare la mia persona e l’organizzazione che rappresento

“Per questo – prosegue Rizzo -, ci tengo a precisare con chiarezza che non si tratta di un elenco di ‘raccomandati’, ma di alcuni lavoratori licenziati nelle vertenze più dure del nostro territorio come Berco, Alcoa, Bbs, Oerlicon e del settore dell’artigianato, che sono stati assunti per merito professionale e in base ad un accordo sindacale che impegnava Vm”.

La segretaria della Fim-Cisl di Ferrara ricorda come solo nella provincia di Ferrara sono più di 1.500 lavoratori i licenziati nel settore metalmeccanico, “che come sindacato abbiamo assistito durante le difficili vertenze per crisi negli ultimi 4 anni”. Si tratterebbe di lavoratori già iscritti al sindacato “abbandonati da tutti, dalle istituzioni e dai centri dell’impiego, che spesso dopo aver convissuto con loro la lotta per la difesa occupazionale, cerchiamo come Fim, con tutti i nostri limiti, di aiutarli a ricollocarsi nell’ambito lavorativo”.

“In un Paese normale il sindacato dovrebbe essere coinvolto non solo quando si chiude un’impresa – afferma ancora Rizzo –  ma anche quando un’impresa assume per poter ricollocare quei lavoratori licenziati. Come avviene in tutto il Nord Europa. Per questo motivo con un accordo unitario del 14 gennaio 2013 firmato Fim-Fiom-Uilm-Ugl abbiamo impegnato la Vm, prima ancora che diventasse Fca, ad assumere nei contratti a termine i lavoratori provenienti dalle aziende in crisi del territorio. In particolare delle oltre 280 assunzioni, previste in tre anni, il 70% erano apprendisti e il 30% contratti a termini (somministrati e contratti a termine). E questo è noto a tutti in tutta la nostra provincia”.

“Tutte le organizzazioni sul territorio hanno indirizzato alle agenzie impegnate nella selezione i curriculum dei lavoratori che si rivolgevano a loro – continua la segretaria Fim -. I lavoratori vengono selezionati in base alle loro competenze professionali e quelli assunti, in somministrazione o a tempo determinato, se non superano la valutazione professionale del proprio responsabile di produzione non hanno il contratto prorogato o in pochissimi casi stabilizzato. Molti dei lavoratori da noi indirizzati alle agenzie non hanno purtroppo superato la selezione ed altri non hanno avuto la proroga del contratto a termine appunto perché la valutazione era sul merito e non su altro. Quindi non ci sono raccomandati”.

“Nella mail personale – viene al punto la Rizzo – che è stata trafugata evidenziavo i lavoratori che avevano superato la selezione professionale e quelli di cui non conoscevo l’esito. Ai responsabili del personale di Vm chiedevo l’esito delle valutazioni professionali fatte non da loro, ma dalle agenzie e dalla direzione di produzione. Comunicazione dovuta per il rispetto dell’accordo sindacale del 14 gennaio 2013. L’invito che facevo ai miei rappresentanti di contattare i lavoratori per l’iscrizione al sindacato è perché tutti erano già iscritti nelle aziende in cui erano stati licenziati e pertanto dovevano ricompilare la delega di iscrizione presso il nuovo datore di lavoro. Le indicazioni che specificavo ai miei Rsa per sentire i dieci lavoratori, due dei quali con handicap inseriti nelle liste speciali, era per facilitare il contatto e la re-iscrizione al sindacato, non per altro. Le aziende, come chiunque – conclude Rizzo -, sanno bene che le persone che perdono lavoro chiedono aiuto al sindacato per trovare un nuovo lavoro. E sanno altrettanto bene che nel contesto pulito e trasparente in cui ci muoviamo, questo non può costituire oggetto di scambio da utilizzare in qualsiasi altro contenzioso”.

Ma l’altro sindacato più rappresentativo dei metalmeccanici, la Fiom Cgil, non ci sta a essere incluso in quella “prassi” adombrata da Rizzo a proposito del modus operandi dei sindacati: “il lavoro è un diritto, non può essere né un favore né una concessione. È inaccettabile che, alla VM di Ferrara – azienda del gruppo Fiat – tra gli interinali assunti, la condizione sia stata l’aver fatto la tessera della Fim-Cisl, come racconta l’articolo di Repubblica”.

“Non è vero che tutti i sindacati fanno così – sostiene Samuele Lodi, segretario generale della Fiom Ferrara -, come non è vero che tutte le aziende si comportano in questo modo. La Fiom-Cgil non lo fa. Il sindacato è una cosa seria: non può ridursi a un sindacato di comodo o ad una agenzia privata di collocamento. Ma la responsabilità più grave di questa vicenda è quella dell’azienda. La legge fa divieto ai datori di lavoro di sostenere associazioni sindacali. Inoltre, nonostante il gruppo Fca sia già stato condannato dai tribunali per discriminazione, secondo quanto sostenuto dalla sindacalista, continua a mantenere un atteggiamento discriminatorio nei confronti di chi non è iscritto alla Fim-Cisl”.

Lodi aggiunge che “la legittimazione della Fiom nei luoghi di lavoro avviene esclusivamente attraverso la libera ed autonoma scelta dei lavoratori di sostenere un sindacato che ha sempre dimostrato trasparenza, autonomia e correttezza nel rispetto della dignità delle persone e nel tentativo di tutelare tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti. A riprova di questo, nelle ultime elezioni dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, abbiamo ottenuto il 49% dei consensi, eleggendone 4 su 8”.

La Fiom di Ferrara ha già chiesto un incontro all’azienda per chiarire la situazione. Inoltre, d’accordo con la Fiom nazionale, valuterà tutte le iniziative sindacali e legali da mettere in campo.

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