Ci sono al momento 26 potenziali acquirenti per le quattro ‘good bank’ nate in seguito al decreto Salva-banche dalle ceneri di Carife, Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria. A dichiararlo, nel corso di un’intervista al Financial Times, è il presidente delle quattro banche Roberto Nicastro, aggiungendo che la maggior parte degli investitori interessati sono fondi di private equity e che il governo italiano era già al corrente dal 22 novembre scorso, quando Nicastro ha accettato l’incarico, che per la prima volta gli istituti di credito italiani si sarebbero trovati di fronte a questa tipologia di investitore.
A chiarire il concetto sono i giornalisti Rachel Sanderson e Martin Arnold del Financial Times, secondo i quali “Nicastro ha detto di aver verificato come precondizione, prima di accettare il lavoro di vendere gli istituti di credito in bail-out, che il governo fosse preparato ad accettare che sarebbe stato il primo rilevamento di una banca italiana da parte di un fondo di private equity”. Il manager ha poi dichiarato che tra i possibili acquirenti in corsa ci sono anche banche e assicurazioni, in gran parte dei casi dall’estero.
“Vedere al prezzo di listino è un’opzione – sono le parole di Nicastro riportate dal Financial Times -, ma il prezzo migliore vincerà. Io sono incaricato di vendere. Devo massimizzare l’importo ma non c’è un prezzo base”. Nei prossimi giorni verrà inviato un memorandum informativo a tutti i 26 acquirenti interessati. Nicastro ha aggiunto che dovrà ultimare il lavoro entro la fine dell’estate, “dopo aver ricevuto – spiega il Ft – un ristretto margine di tempo dai funzionari europei per vendere banche con un assetto totale combinato di 25 miliardi, equivalente alla decima più grande banca italiana”.
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