Eventi e cultura
10 Marzo 2016
E' Bencevenne da Ferrara il cavaliere che operò a Ferrara tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento

Bencevenne, il nome segreto del templare ferrarese

di Redazione | 3 min

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templare 2di Anja Rossi

È Bencevenne da Ferrara il cavaliere templare della magione ferrarese. Dopo settecento anni, finalmente è stato svelato il nome di uno dei templari ferraresi, che operò a Ferrara tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento. A scovarlo, per caso e mentre seguiva altri studi, è stata Evelin Leva, pedagogista e storica per passione, che dal 2003 si occupa di studi archivistici sull’Ordine del Tempio.

Tutto ebbe inizio, dieci anni fa, con la stesura della sua tesi di laurea, confluita poi in una pubblicazione che circoscrive la vita dei cavalieri templari, nelle città dell’Emilia Romagna tra il ‘200 e il ‘300. Il volume di Evelin Leva, dal titolo L’ordine del Tempio a Bologna e Modena, è stato presentato oggi alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Oggetto della trattazione sono le due figure templari di fra Pietro di Bologna e fra Pietro da Montecucco.

Precettore e amministratore della domus della provincia della Lombardia, quest’ultimo indica come nunzio speciale e suo delegato, un certo frate Bencevenne da Ferrara, dell’Ordine della milizia del tempo. “Si tratta di documentazioni, uno del 1307 e uno del 1323, che vertono su questioni economiche, come la riscossione di affitti e di denaro – commenta Evelin Leva -. Per lui abbiamo la denominazione di precettore, ma è abbastanza intuitivo che lo fosse”. Su quella datata nel 1323, si parla infatti di “frate Bencevenne da Ferrara, di questo ordine. Sicuramente era un templare ferrarese e quasi sicuramente era precettore della magione di Ferrara, con molta probabilità quella di Mizzana”.

templare 1

Il documento con il nome del templare ferrarese, indicato dal cursore del muose

Quanto a Pietro da Bologna, egli è famoso per essere “l’avvocato che difese i templari all’epoca dei processi contro i membri dell’Ordine – spiega la studiosa -. Pietro da Montecucco è invece precettore nel modenese, che rivestiva un ruolo importante all’interno dei templari. Esperto di diritto canonico, era un presbitero che rivestiva il ruolo di sacerdote”. Queste informazioni sono state scoperte con la ricerca su rogiti notarili, “che sono fonte inesauribile di notizie. I templari avevano due o tre notai di fiducia, quindi nomi che si ritrovano sono spesso gli stessi”, commenta la studiosa.

Ma chi erano questi templari? “Erano monaci, quindi non si sposavano. Usavano la spada, data dal Papa per combattere in Terra Santa. Fino ad allora, infatti, la cavalleria era laica, mentre l’Ordine del Tempio nasce all’interno della chiesa e i suoi componenti prendono comunque i voti di castità, povertà ed obbedienza”.

Sul fatto che possa esserci un cimitero templare a Ferrara, come per Bologna, la studiosa sottolinea come di ipotesi se ne possano fare molte, ma poi serve cercare una documentazione che ne attesti l’esattezza e la veridicità. “Se c’era una chiesa templare, sicuramente anche a Ferrara con molta probabilità poteva esserci cimitero”.

templare 3Questa scoperta, secondo i presenti (da Paolo Sturla Avogadri a Fausto Bassini, alla stessa studiosa), potrà essere l’inizio per ulteriori studi in materia, che riguardano il territorio ferrarese. Sturla Avogadri però ammonisce: “A differenza di Bologna e Modena, a Ferrara non si trovano documenti perché Azzo VIII d’Este sposò Beatrice di Valois, che a sua volta era parente di Flippo il Bello, acerrimo nemico dei templari. “Da questo momento – conclude lo studioso – la corte estense decise di distruggere i documenti e i templari stessi. Questo è il motivo della difficoltà di trovare informazioni sul periodo templare nella storia ferrarese”.

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