Attualità
6 Marzo 2016
L’imprenditore Antonio Filippini è stato salutato da amici e colleghi nella sua torrefazione

L’ultimo saluto al ‘papà’ del Caffè Krifi

di Redazione | 3 min

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20160305_093606di Marcello Celeghini

“Se n’è andato senza lasciare nulla in sospeso e lavorando fino all’ultimo giorno”. È un ultimo saluto speciale quello che questa mattina è stato dato al ‘papà’ del Caffè Krifi, Antonio Filippini per gli amici ‘Nino’, dentro il capannone della torrefazione di via Bologna. Il noto imprenditore ferrarese, spentosi lunedì scorso all’età di 90 anni, è stato salutato per l’ultima volta nel corso di una cerimonia laica dai tanti amici e colleghi che ne hanno apprezzato in vita le qualità di uomo buono e schietto e di imprenditore accorto e lungimirante.

Tanta la commozione durante gli interventi degli amici più stretti. Mentre dalle parole lette affioravano ricordi e aneddoti sulla vita di Filippini, contro la parete erano proiettate immagini allegre e spensierate degli ultimi anni di vita dell’imprenditore. Ma a rendere il saluto ancor più emozionante, e commovente allo stesso tempo, era l’inconfondibile odore di caffè appena tostato tanto caro ad Antonio Filippini. Il primo a prendere la parola è stato l’amministratore delegato di Caffè Krifi, Mauro Baroni che ha ricordato in un discorso più volte rotto dal pianto i vent’otto anni al fianco di Filippini.

20160305_092248“L’unica consolazione – racconta Baroni con voce commossa – è che il sig. Filippini, non me la sono mai sentita di dargli del ‘tu’ per il grande rispetto che porto nei suoi confronti, se ne sia andato senza soffrire e godendo di ottima salute fino quasi alla fine, fatto questo che gli ha permesso di lavorare fino al 22 febbraio scorso nel posto che lui più amava, la sua azienda. Se n’è andato come lui avrebbe voluto, ne sono sicuro. Era un uomo con un cuore grande, leale, schietto e genuino, ma anche un imprenditore assai attento, lungimirante e che non si lasciava convincere facilmente. Veniva tutti i giorni mattina e pomeriggio in aziendafino all’ultimo- continua Muro Baroni- e una volta mi disse che fino al 1972 non aveva mai fatto un giorno di ferie per assicurarsi che la sua azienda si consolidasse sul mercato. Quello che ho imparato lo devo a lui. Spero che adesso ovunque sia abbia a disposizione un bel bilancione per pescare e la sua amata zuppa di fagioli”.

Durante la cerimonia è emerso anche l’impegno civile che ha contraddistinto la giovinezza di Antonio Filippini tra i giovani antifascisti che durante l’ultima guerra hanno messo a repentaglio la propria vita pur di vedere la propria città libera e democratica. L’ultimo commosso pensiero è spettato ad Alina, la fidatissima collaboratrice domestica di Filippini. “Ho trascorso con lui gli ultimi otto anni per 24 ore al giorno. Per me lui è stato come un padre, e io per lui come una figlia. In questo lungo tempo- rivela Alina- ho imparato a conoscerlo in ogni sua singola sfumatura ed era una persona davvero meravigliosa. Adesso lui è il mio angelo custode che mi protegge come io ho fatto con lui in questi ultimi otto anni”.

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