Attualità
4 Marzo 2016
Il post umoristico della ragazza ferrarese spopola su facebook a suon di risate

Paola, la ‘Virginia Raffaele’ di Ferrara se la prende con Decathlon

di Redazione | 5 min

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paola1In pochi giorni è diventata la… Virginia Raffaele di Ferrara. Un suo post scherzoso su una giornata tipo a Decathlon ha fatto sbellicare dalle risate il pianeta di Facebook. Lei è Paola Forlani, ragazza ferrarese molto conosciuta nell’ambito degli street bar e con una passato universitario all’Accademia del fumetto di Padova, con una predilezione per i comics umoristici.

E di umorismo è pieno zeppo il post pubblicato il 2 marzo che ha come bersaglio il negozio Decathlon di via Ferraresi e che ha avuto 1300 condivisioni fino ad oggi. Il motivo? Basta leggerlo. “In un negozio di cui non farò il nome, Decathlon, c’è scritto uscita a caratteri cubitali e la gente continua a picchiarci il cranio, come gli zombi di 28 Giorni dopo”. Superato l’ingresso, ecco lo store: “895 sport diversi organizzati alla c**** di cane in ordine di sudorazione, dalla Zumba all’equitazione. Va un po’ a culo, la signora a fianco a me per il corso di acquagym è andata a casa con l’elmo da football americano”.

I pacchi di calze? “5 paia a prezzo scontato. taglia? 35/46. Così, che non si fa torto a nessuno. Se hai un 35 le arrotoli in fondo. Se hai un 46 ti arrotoli gli alluci”. Ma l’allestimento continua: “Per non parlare delle maglie termiche in triacetato, che se sfreghi le ascelle prendi fuoco. Una signora l’ha tolta in fretta al marito, ha scrocchiato come una lumaca sotto gli anfibi. È uscito con i capelli come Solange, prendeva Sky senza abbonamento”.

Passata la fase degli acquisti, “facendo finta di aver trovato quello che cerchi, devi riuscire ad attraversare senza farti selciare dai bambini orfani in monopattino, e arrivi alla serpentina della cassa. Come a Mirabilandia. Spettacolare. Sei venuto lì per attrezzarti ad avere il fisico da atleta e arrivi in cassa con un paio di guanti, la pila per le gite nelle caverne e 736 Ritter Sport alla gianduia, il croccante alle mandorle e l’Ovomaltina”.

Infine le forche caudine della cassa: “la commessa ti fa rovesciare tutto nel box. Un pezzo alla volta. Poi li conta. Poi li fa contare a te. Poi li mescola e ti chiede quanti sono. Poi ne nasconde uno dietro la schiena e ti chiede “Adesso quanti sono?”, poi te li fa mettere nella sportina ma solo se fai il bravo. Tutto questo mentre il tipo a fianco a te finisce di pagare un tapis roulant di 16 metri che userà come attaccapanni e dice al commesso “Vado fuori a prendere la mia Dacia Sandero così me lo carichi.” Strepitoso”.

Ma Decathlon non si deve preoccupare di pubblicità negativa, anzi. L’operazione simpatia di Paola termina con una promessa, o una minaccia a seconda di come la si voglia vedere: “Domani torno”.

Ma l’exploit sulla catena di negozi di abbigliamento sportivo non è l’unico che Paola ha offerto su facebook. Di qualche giorno prima è il racconto, l’odissea, alle casse di un supermercato Coop. “Se alla cassa hai 57 persone dietro e non hai pesato le banane, e la cassiera ti chiede “Vuole correre a pesarle?” La risposta è no. Le banane rimangono li”. E invece la signora 85enne prima di lei ci è andata. “A parte che la cassiera che chiede alla 85enne “vuoi correre a pesare le banane” non si può sentire. Ma dove vuoi che corra, che sta su con le correnti d’aria. E questa dice sì. Corro. […] Dopo 45 minuti Forrest è ancora lì che corre con lo sguardo perso nel vuoto tra gli assorbenti e i biscotti, con le sue preziosissime banane sotto l’ascella”.

E mentre “l’ultimo in fondo alla coda manco lo vediamo perché è appoggiato con i gomiti al banco dei polli in fondo in fondo”, una ragazza è uscita dalla coda “a metter giù i lines con le ali perché oramai era in menopausa”. Poi l’incubo: “cassa chiusa”. “Noi ci sparpagliamo come biglie urlando e proviamo a metterci in salvo nelle altre casse. Ci guardiamo tra di noi, da lontano, a chi è andata meglio, a chi è andata peggio.. Siamo uniti e silenziosi, mesti, ammutoliti. Man mano chi raggiunge la libertà e riabbraccia i famigliari si gira e, con un cenno del capo, saluta con rispetto chi ancora non ce l’ha fatta. Solidali, legati dallo stesso dolore. A me è andata bene”.

C’è infatti chi è stato molto più sfortunato. Come la signora dopo di Paola, che “nella confusione è corsa angosciata senza accorgersene nella cassa dieci pezzi, quella di Escobàr. Ne aveva 11. Ha provato a mangiare in fretta il pacco di pane da toast, ma l’hanno vista. Non abbiamo più saputo nulla di lei”.

C’è anche un appunto sui pop corn. “Sulla scatola dovrebbero avvisare che il sacchetto raggiunge una temperatura prossima alla fusione dell’acciaio e che aprire la finestra per far uscire l’odore può essere letale. L’ho scagliato a 8 isolati. Ho trattenuto il respiro per sentire dove cadeva. Silenzio. Cani che abbaiano in lontananza. Di nuovo silenzio. Addio. Non vi dimenticheró mais”.

In attesa del prossimo post di Paola, lei ringrazia tutti. A modo suo: “Raga vi devo ringraziare qui perché tra poco mi esplode il telefono dopo il post del Dechatlon. Le opzioni sono due: o avete il mio stesso spacciatore o davvero quel posto ci ha segnato tutti, nel profondo. avrò tipo 200 richieste di amicizia, è incredibile, e nessun assatanato serial killer!”.

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