di Carolina Fiorini
Che cosa è il bullismo, e in particolare il bullismo omofobico? Quali sembianze assume e come si può riconoscere al fine di debellarlo? Qual è la differenza tra vittima e carnefice? Queste le domande di apertura nel secondo giorno del Tag, festival di cultura Lgbt che sta riempiendo le poltrone della sala Estense e che proseguirà con altri interessanti appuntamenti fino a domani, domenica 28 febbraio.
L’apertura al dialogo è ancora una volta fondamentale per stracciare il velo silente e impunito dell’incomprensione e dell’omertà. L’incontro, moderato da Luca Morassutto, avvocato di Articolo29, comincia dall’aspetto linguistico spiegato da Dario Accolla, blogger de Il Fatto Quotidiano, che definisce “il bullismo come una rappresentazione teatrale e scenica (come la scuola e le sue aule, gli spogliatoi delle palestre) in cui la vittima viene costantemente e quotidianamente messa al centro della derisione e dell’insulto che diviene sempre più grande, fino ad isolarlo completamente. Il bullismo omofobico è rendere inferno la vita di una persona”.
Il bullismo e l’isolamento si può diffondere ovunque, “l’ambiente domestico è il luogo dove ci rifugiamo, ma non sempre – continua –. I genitori stessi sono vittime, perché non sanno come affrontare questo argomento o – in casi estremi – disconoscono o non accettano i figli omosessuali”.
L’omosessualità è una situazione di svantaggio, e chiunque la vive è vittima: “I ragazzi che subiscono bullismo omofobico, quanto i ragazzi che lo compiono, sono vittime dell’isolamento sociale e della depressione, possono aumentare le bocciature e la dispersione scolastica” sottolinea Ketty Segatti, vicedirettore centrale dell’Area d’Istruzione, la quale riporta i dati della ricerca sul bullismo frutto di una convenzione firmata dalla regione Friuli Venezia Giulia dell’università di Trieste, ufficio scolastico regionale, Arcigay e Arcilesbica, che ha coinvolto 2.138 studenti delle scuole superiori.
“Il 44% degli intervistati – spiega Segatti – ha assistito a fenomeni di bullismo omofobico rivolti ad una maggioranza maschile (aggressioni verbali e fisiche), l’11% ha reagito a tali comportamenti, il 27% ha subito aggressioni. Uno studente su dieci commette atti di bullismo, tre studenti su dieci lo subiscono. È fondamentali dare strumenti appropriati agli insegnati per affrontare, e risolvere, determinati problemi”.
Sono “dati molto brutti” afferma il vicesindaco Massimo Maisto, “aumentano e pochi intervengono per fermarli. L’associazione degli uomini maltrattanti dà assistenza ai carnefici e aiuta ad abolire gli stigmi che creano relazioni negative”.
Il luogo più moderno dove si sviluppa il bullismo è il web, dando vita al “cyberbullismo”. La Fra, organismo di vigilanza sulle discriminazioni a livello europeo, riceve dalla Francia un report sull’uso di internet e illustra come “il 54% delle aggressioni verbali sia passato al linguaggio via monitor – introduce Luca Morassutto –, un aumento esponenziale del fenomeno” un “bullismo trasferito on-line che miete vittime e perpetua nel tempo la derisione” risponde Dario Accolla.
E il bullismo omofobico legislativo? “Negli adulti è molto più presente che tra ragazzi – approfondisce Massimo Maisto – e nella classe dirigente è ancora più presente che nel “popolo”. Una parte dei parlamentari hanno dimostrato un’ignoranza abissale per giocare – e far leva – sulla paura dei bulli e dei bullizzati. Deve sparire la parola contro-natura”.
All’appuntamento hanno presidiato gli studenti degli istituti d’istruzione superiore Carducci, Dosso Dossi, Aleotti e Copernico. Le colorate sedie sul palco della sala Estense sono state realizzate dal Laboratorio Gruppo Verde, associazione che coopera con disabili adulti.
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