Eventi e cultura
24 Gennaio 2016
Cento anni fa nasceva a Ferrara il grande attore, ma la sua città natale sembra averne perso il ricordo

Il centenario del ‘dimenticato’ Foà

di Redazione | 2 min

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Tre interventi di restauro per restituire decoro ad altrettanti monumenti cittadini. È il pacchetto di opere avviato in questi giorni dal Comune di Ferrara, per una spesa complessiva di circa 100mila euro, per il recupero della statua e della fontana dell'acquedotto monumentale di piazza XXIV Maggio, del monumento a Garibaldi in viale Cavour e del monumento ai tre eroi risorgimentali ferraresi Succi, Malagutti e Parmeggiani, sulle mura di viale IV Novembre

arnoldo_foa_1HCento anni. Tanto è passato dalla nascita di Arnoldo Foà a Ferrara, il 24 gennaio 1916, una delle personalità più importanti nel panorama artistico italiano.

Ma da quell’11 gennaio di due anni fa – quando Foà con la sua morte a Roma ha lasciato un vuoto enorme nel mondo culturale italiano – non una manifestazione, non un evento istituzionale a lui dedicato nella terra che gli diede i natali e che sembra averlo dimenticato. Se per il maestro Claudio Abbado ci si è affrettati per dedicargli il nome del Teatro Comunale, passando sopra anche aspre polemiche, per il grande attore e doppiatore, voce del teatro e dei grandi del cinema cui la prestava, non c’è stato nulla, solo il pianto rituale che segue alla scomparsa, l’istantaneo ricordo, orgoglioso ma effimero, della sua ferraresità.

Cento anni avrebbe oggi il grande protagonista del Novecento, che ha vestito i panni dell’attore di teatro, cinema e tv, oltre che quelli di regista e doppiatore, e poi scultore, pittore e poeta.

Di origine ebraica, abbandonò Ferrara per trasferirsi nella capitale, riuscì a superare le leggi razziali usando un falso nome, fuggendo da Roma per raggiungere Napoli, dove diventò capo annunciatore e autore per la Radio alleata Pwb. Nell’immediato dopoguerra divenne subito un attore apprezzatissimo e di spicco, prima a teatro, dove lavorò con i più grandi, da Strehler a Visconti, e poi nel grande e piccolo schermo, con oltre cento film interpretati. In veste di doppiatore Foà ha prestato la voce a grandi star del cinema come Antony Quinn e John Wayne.

Foà – ateo dichiarato – si è sempre impegnato nella vita civile e politica e qualche anno prima della sua morte il suo nome fu proposto per la nomina di senatore a vita. Nel 1985 era stato insignito del cavalierato di Gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica.

Tra gli infiniti premi e riconoscimenti ricevuti, si ricordano il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per il mio ruolo nel film “Gente di Roma” di Ettore Scola (anche lui scomparso solo pochi giorni fa), il Premio De Sica. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti dalla sua città natale, Ferrara (dove venne alla luce in una casa di via Giuoco del Pallone): dalla Medaglia dell’Università degli Studi di Ferrara del 2006 al Premio Città di Ferrara dello stesso anno, fino al Premio della stampa alla carriera.

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