
Il campo fotovoltaico ai tempi della Spal 1907 di Butelli
Un campo fotovoltaico che secondo i curatori fallimentari avrebbe potuto fruttare quasi 80 milioni di euro nel giro di 20 anni, ma che fu svenduto a soli tre milioni di euro. E il danno economico che ne conseguì per la Spal 1907 fu irreparabile, al punto che tre anni dopo l’operazione il patron Cesare Butelli dichiarò il fallimento della società calcistica ferrarese. È questa una delle nuove accuse più clamorose rivolte dal legale di parte civile Marco Linguerri (per conto della curatela fallimentare) agli otto indagati nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Spal, dichiarato nel marzo 2013.
Alla prima udienza preliminare dopo la chiusura delle indagini, si presenta quindi già un primo colpo di scena: Linguerri ha infatti depositato una memoria difensiva in cui si chiedeva alla procura di integrare e aggravare i capi di imputazione contestati a Butelli e a Remo Turra, anche sulla base dell’enorme danno economico causato alla Spal 1907 dall’operazione finanziaria. Un’accusa che ovviamente si sommerebbe a quelle già scritte nero su bianco sul fascicolo della procura: bancarotta per distrazione, truffa aggravata e reati tributari tra cui la produzione di false fatture.
Tutti reati messi in atto, secondo la procura, per consentire a Butelli di distrarre 2.817.000 euro incassati dalla società sportiva grazie all’operazione fotovoltaico, girandoli alle società Gretom srl e Etrapiris srl di cui era socio-amministratore, anziché a favore della società. Per lo stesso reato è indagato con lui Remo Turra (difeso dall’avvocato Claudio Maruzzi), subentrato come socio di Butelli e proprietario della Turra Energia di Brescia, società che realizzò l’impianto fotovoltaico, che avrebbe girato 500mila euro (parte dei quasi tre milioni che Butelli avrebbe sottratto) alla Gretom e non alla Spal.
Tra i nomi degli altri sei indagati compaiono quelli di Luca Turra, Tommaso Franzini, Andrea Venturelli e Luca Garioni, Claudio Galli e Filippo Brandolini, che attraverso le varie società – secondo la procura riconducibili al gruppo Turra – di cui erano titolari o rappresentanti legali avrebbero registrato operazioni mai avvenute nei libri contabili o prodotto false fatture nei confronti della Spal 1907, che in questo modo avrebbe perso 2,8 milioni di euro.
Durante la prima udienza preliminare il giudice ha accolto la costituzione di parte civile sia della curatela fallimentare che del Gestore Servizi Energetici (rappresentata dall’avvocato Agostino Farandrea), l’ente pubblico da cui provengono gli incentivi per le energie rinnovabili al centro dell’inchiesta. Proprio l’avvocato di Turra, Claudio Maruzzi, affida a una nota stampa le sue considerazioni sulle nuove richieste delle parti civili, su cui il gip si dovrà esprimere: “Con un’iniziativa alquanto anomala – scrive Maruzzi – la difesa del Fallimento Spal 1907 tenta di indurre il PM a costruire una nuova ipotesi di bancarotta fraudolenta estesa a tutti gli imputati, che dovrebbe riguardare l’intera operazione fotovoltaico, rappresentata come una sorta di attività predatoria in danno della massa fallimentare da parte degli imprenditori bresciani degli incentivi che il GSE assicura per vent’anni a chi esercita l’impianto fotovoltaico”.
Secondo Maruzzi “è una logica del tutto assurda, che dimentica come l’operazione fotovoltaico, favorita e poi benedetta da Comune e Provincia, ha consentito e consente alla massa fallimentare di beneficiare di ingenti risorse economiche, del tutto insperate, pari ad almeno 400.000 euro all’anno, per vent’anni, grazie al trenta per cento degli introiti spettanti al fallimento Spal derivanti dalla vendita dell’energia prodotta, frutto di regolari accordi tra la Spal e i nostri assistiti”.
“Diversamente dalle notizie diffuse dalla stampa – commentano in margine all’articolo gli avvocati avv. Jacopo e Vanni Barzellotti, difensori di Franzini, Garioni e Venturelli – si tiene a precisare che nei confronti dei signori Franzini, Garioni e Venturelli, non esiste alcuna contestazione di associazione per delinquere né di aver commesso alcun reato tributario”.
“I signori Franzini, Garioni e Venturelli – proseguono i legali -, nel ribadire con rinnovata convinzione la correttezza del loro operato in ogni aspetto della vicenda fotovoltaico, esprimono piena fiducia nel fatto che il pubblico ministero, chiamato a valutare la richiesta ieri presentatagli dalla parte civile Fallimento Spal e finalizzata a coinvolgerli in pretestuose contestazioni di reati fallimentari, non ometterà di considerare sia che la società sportiva poi fallita, senza spendere una lira, ha tratto rilevantissimi vantaggi patrimoniali – valutabili in svariati milioni di euro nel corso di vent’anni– da un’operazione che in proprio non aveva mezzi per realizzare, sia che la semplice titolarità dell’autorizzazione alla costruzione degli impianti rilasciata dalla Provincia non avrebbe permesso a Spal di presentare la richiesta di accesso ad alcun incentivo statale se i campi fotovoltaici non fossero stati effettivamente realizzati ed allacciati alla rete elettrica grazie all’impiego degli ingenti capitali di rischio che essi hanno concorso a mettere a disposizione (pari ad circa 50.000.000 euro per la sola costruzione degli impianti fotovoltaici, cui vanno sommati i costi per la disponibilità dell’area, a quelli di manutenzione per i vent’anni di esercizio, agli oneri fiscali, ecc.)”.
Per questo, secondo i due avvocati, “appare perciò al di fuori di ogni logica l’ipotesi di considerare responsabile dell’impoverimento del patrimonio della Spal coloro che, al contrario, conformemente alle finalità di un’operazione da altri ideata e concordata con Comune e Provincia, hanno permesso di arricchirlo”.
Per capire se la procura accoglierà la richiesta delle parti civili intensificando i capi di accusa verso Butelli e Turra bisognerà attendere la prossima udienza, prevista per il 17 febbraio.
(articolo modificato e aggiornato il 14 gennaio alle 19.29)
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