Politica
11 Novembre 2015
Il sindaco al presidente Anac: "Emergenza immigrazione è attività economica per i gestori ma non un 'affare' per il Comune"

Appalto-profughi a Camelot. Tagliani scrive a Cantone

di Redazione | 4 min

TaglianiDopo le parole del presidente dell’Autorità anticorruzione sull’appalto per la gestione migranti assegnato dal Comune alla cooperativa Camelot, il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani ha preso carta e penna e ha scritto a Raffaele Cantone.

“Dopo la Sua intervista dell’11 settembre a un quotidiano locale e ancor più dopo le Sue dichiarazioni in commissione parlamentare riferite anche all’appalto vinto dalla Cooperativa Camelot, sostanzialmente travisate dal dibattito politico riportato sulla stampa, – scrive il sindaco – sento il dovere di chiarire la posizione dell’amministrazione, posto che non tutti i cittadini hanno la possibilità di ascoltare la versione integrale del Suo intervento (il riferimento è al video pubblicato martedì da Estense.com che verrà ripubblicato anche sul sito di informazioni del Comune, ndr)”.

“In primo luogo – prosegue Tagliani –  tengo a precisare, ad evitare equivoci sul punto, che la gestione dell’emergenza immigrazione – così come delle problematiche di accoglienza dei soggetti richiedenti asilo – non rappresenta sotto nessun profilo un “business” per le amministrazioni locali“. Un concetto che il sindaco esplicita in maniera anche più netta nel prosieguo della lettera: “È certamente un’attività economica per i gestori, come Lei correttamente segnala, ma non un “affare” per noi.  Infatti, come Lei sa perfettamente, dopo il primo periodo di copertura delle spese, queste persone rimangono in larga percentuale sul territorio, assistite dai servizi sociali senza alcun contributo dello Stato: in altri termini, vanno a gravare sui bilanci degli Enti locali e delle aziende di servizio alla persona, aumentando una competitività fra soggetti deboli che non di rado è associata a fenomeni di degenerazione sociale e violenza. L’accoglienza, per chi Le scrive, è un dovere morale e civile, che quest’amministrazione, tuttavia, attiva nei casi che ho sopra citato per una precisa richiesta del Governo e segnatamente del Ministero degli Interni, di concerto con la Prefettura, in un regime – pur nella difficoltà quotidiana della gestione – di serena collaborazione istituzionale. Orbene – va avanti Tagliani – poiché le Sue dichiarazioni alla commissione sono state interpretate nel senso che le nostre amministrazioni “fanno affari” sull’accoglienza, interpretazione che è legittimata da un silenzio dell’Anac su questo preciso elemento interpretativo, Le dico chiaramente che se il Governo fosse in grado di reperire altri disponibili ad “approfittare” di questo ”affare” noi cederemmo la mano volentieri; ma così non sarà, Dott. Cantone, poiché sia io che Lei sappiamo perfettamente che molti comuni non vogliono neppure sentir parlare di accoglienza”.

Tagliani entra poi nello specifico del primo affidamento e del successivo bando di gara emanato dopo la revoca in autotutela per dare seguito ai rilievi della stessa autorità Anticorruzione. “In secondo luogo, voglio precisare – a tutela dell’immagine della nostra amministrazione – che nessun appalto fino ad oggi è mai stato oggetto di revoca da parte dell’Anac, che le selezioni attivate in passato erano rispettose della normativa (ovvero delle regole vigenti in quel momento) e che la revoca dell’iniziale affidamento a Camelot – disposta autonomamente dal Comune e da Lei giudicata positivamente – proprio in quanto non obbligata, rispondeva esattamente ad una volontà di aderire a più precise “indicazioni” dell’Anac, non aventi valenza normativa, finalizzate a quella trasparenza amministrativa che è obiettivo anche nostro da sempre”.

“Per quanto riguarda il secondo appalto, che si è dovuto bandire in assenza delle linee guida ancora non pubblicate da Anac – precisa Tagliani –  la struttura amministrativa dell’Ente lo ha giudicato corretto, ma Le anticipo comunque l’invio di copia dell’intero procedimento affinché chi di dovere esprima le valutazioni di merito. Certo, lo riconoscerà, è difficile operare in un contesto come l’attuale ed il rischio è che la leale collaborazione istituzionale – di cui siamo sempre stati fautori – naufraghi nella congerie di un dibattito politico che media malamente fra affermazioni pubbliche del Presidente Anac ed organi amministrativi locali, mentre da parte nostra vi è ampia disponibilità a confrontarci su soluzioni che in Italia ad oggi, come Lei stesso riconosce, non sono ancora state codificate”.

Il sindaco, dopo aver puntualizzato la posizione dell’amministrazione, invita Cantone al dialogo: “È per questa ragione che auspico un incontro con Lei e con i Suoi tecnici, per un’espressione di giudizio oggettivo ed amministrativamente corretto che restituisca all’agire pubblico quella cornice di certezza in mancanza della quale è concreto il rischio di paralisi dell’attività“.

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