Lettere al Direttore
6 Dicembre 2009

Poesiola per gli amici argentani

di Redazione | 4 min

I

Quando un amministratore

(di qualsiasi colore)

a un dibattito è invitato,

può ben dirsi fortunato

se non c’è chi rappresenta

la comunità di Argenta.

Ciò potrà sembrare strano

ma un politico argentano

su qualsiasi argomento

rende vano ogni commento

e scoraggia i “forestieri”

ad esprimere pareri.

Assessori o funzionari

consiglieri o sol gregari,

fanno parte di una casta

che sa tutto e tanto basta.

Vuoi avere accesso a un bando?

loro sanno come e quando.

Hai problemi di bilancio?

loro hanno il giusto aggancio.

Manchi di un regolamento?

lor ne han fatti più di cento.

Sulle scelte più importanti

sono sempre un passo avanti.

Non a caso è in questa piazza

che i politici di razza

(tutti eredi in salsa mista

del Partito Comunista)

hanno fatto la gavetta

diventando in tutta fretta

quella classe blasonata

che ha diretto incontrastata

la politica locale

e la scena nazionale.

Se son troppi da citare

qualche esempio può bastare:

fin dai tempi dell’Egidio

il continuo stillicidio

di elementi di successo

tocca l’uno e l’altro sesso:

viene in mente la Barbieri

sulla breccia e non da ieri;

la fucina dei feticci

ha sfornato ben due Ricci

anche se ha poi prodotto

una sola Castagnotto.

Vien da lì anche la Ottone?

certo, è di Boccaleone!

Per non dir di Montanari

che li mette tutti a pari.

C’era pure Ruvinetti

nella schiera degli eletti

ma senz’altro fu una svista

essendo in quota socialista.

Insomma qui, detta in soldoni

c’è la stanza dei bottoni

ed è oziosa la domanda

“a Ferrara chi comanda?”

beh, si sa ma non si dice

che di Argenta è un’appendice.

 

II

In virtù di quanto detto

par che tutto sia perfetto.

Se però si guarda a fondo

(chi non sbaglia a questo mondo?)

e si vuole cavillare

c’è qualcosa da obiettare.

Si perdoni questo azzardo

se manchiamo di riguardo.

Per esempio, la statale

costeggiante il litorale

che dal Veneto va in Puglia

è solo qui che si ingarbuglia:

da Consandolo a San Biagio

non soltanto si va adagio

ma incrociare occor le dita

se si vuol salvar la vita.

Ma quei ras così influenti

(forse eran disattenti)

non potevano in trent’anni

limitare un poco i danni

e sveltire una variante

che ora è ferma a Benvignante?

Però adesso han garantito

che ormai l’incubo è finito

poiché sembra finalmente

che il cantiere sia imminente.

 

III

Ma c’è un altro difettuccio

che per molti è un vero cruccio.

Il suo nome è “Costruttori”,

per far rima con dolori.

E capir cos’è successo

è un mistero ancora adesso.

Che la genesi dei mali

stia nei vertici aziendali

è una tesi elementare

che chiunque può accettare.

Sennonché il Donigaglia

contro tutti ora si scaglia

ed accusa imbufalito

sia la Lega che il Partito;

ma se questo è ancora niente

oltre al megapresidente

fa gli stessi sermoncini

anche Ricci Maccarini!

Ecco allora che si impone

di chiarire la questione

perché in men che non sia detto

sia fugato ogni sospetto.

Ci fu un ruolo dei diesse?

parli ora chi ha interesse;

fu la Lega inadempiente?

spieghi in modo trasparente

affinché ognuno veda

se era cane o era preda.

D’altra parte sono vivi

i ricordi di quei divi

che trovavan buon asilo

alle feste in quel di Filo.

Spesso al centro della scena

c’era Massimo D’Alema;

ma quant’altri si son visti

dai diessini agli ulivisti!

Nel tripudio di ovazioni

non mancò neppur Veltroni.

Bussò infine (e gli fu aperto)

Oliviero Diliberto!

 

IV

Chi ha subìto la batosta

vuole adesso una risposta.

Questa classe dirigente

se a cuore ha la sua gente

e ancor più la propria stima,

ci chiarisca quanto prima

la ragione principale

del disastro colossale.

Qui non bastan cenni vaghi

ma che chi ha sbagliato paghi,

affinché, piaccia o non piaccia,

a nessun si guardi in faccia.

E’ questione di buon senso;

non preoccupi il consenso,

tanto a Argenta chi amministra

sarà sempre la sinistra!

 

 

 

 

 

Ing. Aldo Scapoli, Bondeno

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