Lagosanto
27 Ottobre 2015
Genitori in rivolta chiedono interventi urgenti di messa in sicurezza. Interviene anche il deputato Ferraresi

Petizione a Lagosanto: “Le scuole cadono a pezzi”

di Redazione | 5 min

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Lagosanto. “Le crepe tra i muri delle nostre scuole non possono essere più trascurate”. E’ la preoccupazione del gruppo dei genitori di Lagosanto, che ha inoltrato la petizione “Scuole Sicure” alle autorità di vari livelli (presidenti della Regione e della Provincia, Provveditorato agli studi, Direzione didattica di Codigoro e Coune di Lagosanto) per renderli consapevoli della situazione attuale riguardante gli edifici scolastici di Lagosanto.

La petizione è stata sottoscritta da 260 persone ed è composta da varie parti, tra cui una documentazione fotografica, una perizia risalente al 2013 per la fessurazione che caratterizza uno degli edifici “dove si ritengono indispensabili indagini geotecniche mai eseguite, ispezioni ed interventi”, un testo di petizione, una descrizione degli edifici scolastici, la relazione dell’ingegnere e la delibera del Comune di Lagosanto che ha approvato la costruzione della “Scuola del Sorriso”, danneggiata in due occasioni a inizio 2015, con scoperchiamento del tetto e sradicamento della facciata, in seguito a eventi atmosferici “poco rilevanti in quanto nessun’altra struttura è stata danneggiata in tutto il territorio comunale”.

Il fine della petizione, come dichiarato dai promotori, è quello di rendere partecipi altri organi istituzionali, ulteriori al Comune, “per portare l’attenzione massima alla condizione attuale, non certo rosea, degli edifici scolatici di Lagosanto, con il fine di appurarne la sicurezza degli occupanti (bambini, insegnanti e personale) e tutelarne la loro salute, oltre che appurare se le attuali strutture rispettano gli standard dei parametri di sicurezza e salubrità”.

Di pochi giorni fa, ricordano gli estensori della petizione, l’incidente di Ostuni, “dove il soffitto di una scuola elementare appena ristrutturata è crollato dritto dritto in testa a dei bambini di soli 8 anni” e a seguire l’episodio di Olbia, alla scuola “Maria Rocca”, “dove una plafoniera si è staccata dal soffitto per piombare su un banco fortunatamente vuoto, trascinando con sé un altro lampadario che poteva diventare l’ennesima arma letale”. La preoccupazione è che episodi simili possano accadere anche a Lagosanto per via delle condizioni in cui versano le scuole, ampiamente descritte nel testo e negli allegati del documento presentato alle autorità.

Sotto accusa sarebbero la solidità di alcune strutture nuove (Scuola del Sorriso Paola Ricci, come detto sopra) e la mancata manutenzione di altre (scuole elementari di via Roma e via Venturini e scuola media di via Anna Frank). L’elementare di via Roma, edificio risalente all’epoca fascista, attualmente presenta cornicioni che si sfaldano e “crepe importanti di cui alcune strutturali”. L’ala ovest sarebbe quella più a rischio “in quanto la parte della crepa strutturale va da piano inferiore fino al piano superiore, all’interno di una di queste crepe, dall’interno si può vedere qualche spiraglio fino all’esterno”. “Quest’ala – viene spiegato nella petizione – nell’ottobre 2013 è stata fatta periziare, ne è saltato fuori un quadro insoluto, infatti viene richiesta una nuova perizia, con urgenza riguardante le fondazioni di questa parte della scuola, indagini geologiche per capire cosa sta accadendo al vespaio e al di sotto del vespaio.

Anche l’elementare di via Venturini presenta diverse crepe di sviariati metri, cornicioni sgretolati con ferro interno “a vista” oltre che segni di umidità all’interno dei muri per tutto il perimetro della struttura, mentre alla scuola media di via Anna Frank “la parte che più fa orrore sono i bagni, brutti, vecchi e antigienici in quanto pieni di ruggine”. “Qui, come pure gli altri edifici scolastici, si possono notare gli anni di non manutenzione, sia esterna che interna. Esternamente si possono notare varie crepe di diversa natura, verticali, la scalinata d’uscita d’emergenza perde i pezzi”.

La motivazione di queste mancate manutenzioni ordinarie e straordinarie, secondo i firmatari, “sono da ricercarsi nella mera volontà delle precedenti amministrazioni le quali hanno deciso di “lasciare andare a se stessi” gli edifici, in quanto hanno programmato una progettazione di un nuovo polo scolastico di cui fa parte la “scuola del sorriso” come primo stralcio e dall’infelice primo anno di vita, per di più in un periodo di crisi finanziaria mondiale”. Le richieste sono quelle di un controllo completo ed esaustivo, un risanamento reale e una risoluzione delle criticità che gravano sugli edifici scolastici. “Non ci fermeremo – avvertono i genitori affinché chi di dovere non farà ciò che è necessario per risolvere i problemi, anche a costo di procedere rivolgendoci a procura, prefettura e magistratura”.

Anche Vittorio Ferraresi, deputato del M5S, interviene sulle condizioni in cui si trovano le scuole di Lagosanto, e lo fa con una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’istruzione. “Le scuole italiane versano in pessimo stato, senza manutenzioni, senza decoro, mancando spesso dei requisiti stessi della sicurezza – afferma Ferraresi – e anche quando sono costruite di nuovo, come a Lagosanto, vanno a pezzi come se fossero fatte di cartone. Voglio sottolineare che è nelle scuole che i nostri figli fanno le prime esperienze fuori dalla famiglia, che imparano a vivere in uno spazio pubblico; quegli spazi sono la prima immagine che hanno dell’efficienza dello Stato. Una vergogna. Non possiamo accettare che l’edilizia scolastica continui ad andare a pezzi, dobbiamo intervenire, anche dando il giusto spazio alle legittime preoccupazioni dei genitori, degli insegnanti, del personale che vi lavora all’interno. Per questo motivo mi sono fatto portavoce della denuncia dai cittadini di Lagosanto, perché il Ministro faccia gli opportuni accertamenti sui fatti esposti anche in questi giorni dagli organi di stampa e che soprattutto – si auspica- metta a disposizione quelle risorse indispensabili per intervenire a risolvere le tante criticità riscontrate, risorse che già in parte sono state impegnate per l’edilizia scolastica e che devono essere spese sui territori”.

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