Si chiuderà con ogni probabilità con un patteggiamento o un rito abbreviato per l’unico indagato il processo per la morte di Francesco Marzola, il dj 25enne deceduto il 28 gennaio scorso dopo un tragico incidente in superstrada, mentre tornava a Ferrara dopo una serata alla discoteca Barracuda del Lido di Spina. Il gip ha infatti rinviato l’udienza a carico del 24enne bondenese che tamponò e fece finire fuori strada l’Opel Corsa di Marzola, in attesa che venga formalizzato il risarcimento alla fidanzata del dj, rimasta coinvolta e ferita nello schianto.
Sulla dinamica dei fatti del resto ci sono pochi dubbi, come è risultato evidente dalla consulenza tecnica cinematica disposta dal tribunale: l’auto guidata da Marzola stava viaggiando a circa 70 km/h quando, poco dopo lo svincolo di uscita per Cona, è stato tamponato da una Fiat Stilo sopraggiunta al doppio della velocità: circa 140 km/h. L’impatto improvviso fece perdere il controllo dell’auto al dj, che finì fuori strada e si schiantò frontalmente contro un albero.
Una tragedia ancora più assurda se si pensa che anche il giovane bondenese alla guida della Stilo stava tornando a casa dal Barracuda, esattamente come Marzola. Dalle successive indagini è risultato che il 24enne stesse guidando in stato di ebbrezza (con un tasso alcolemico pari a 0,60, leggermente al di sopra dei limiti di legge), e che negli anni passati abbia collezionato alcuni illeciti analoghi: un’altra guida sotto gli effetti dell’alcol nel maggio 2014 e una sospensione della patente nel 2010 in seguito a un incidente in cui rimasero ferite alcune persone.
La famiglia di Marzola, difesa dagli avvocati Francesco Mantovani e Alessandra Milani, al fianco della procura di Ferrara chiede una condanna per omicidio colposo per il 24enne, che sostiene di aver provocato l’impatto a causa di un colpo di sonno. A fine dicembre la prossima udienza e, con ogni probabilità, il verdetto del giudice.