Cara redazione,
siamo un gruppo di giovani famiglie che si sono conosciute in ambito parrocchiale e ti scriviamo oggi in occasione della Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down, anche prendendo spunto dai recenti fatti di cronaca locale, perché vorremmo portare la nostra personale esperienza di rapporto diretto con Federico, un ragazzo affetto da sindrome di Down che conosciamo da vent’anni.
Abbiamo incontrato Federico quando eravamo adolescenti ai campi scuola diocesani dell’Azione Cattolica e non nascondiamo che all’inizio non è stato facile rapportarsi con lui, con le sue caratteristiche fisiche ed emotive; fin da subito però la sua presenza si è rivelata una ricchezza: per la sua capacità di stringere legami, per la sua semplicità disarmante con la quale spesso riesce ad essere più profondo di molti altri, per la sua fede cristallina.
Nel tempo siamo cresciuti, abbiamo messo su famiglia e cominciato a lavorare, e anche Federico ha concluso gli studi presso l’Istituto Navarra e ha intrapreso un’attività lavorativa: da ormai 14 anni lavora in una cooperativa nell’ambito della cura del verde, prima come giardiniere, poi occupandosi della parte amministrativa e attualmente come operatore di igiene ambientale.
Nel suo percorso di crescita sono stati fondamentali l’impegno e la dedizione della sua famiglia e l’aver frequentato numerosi ambienti dove si è potuto esprimere alla pari con gli altri.
In questi anni è diventato per noi un vero amico e ultimamente ha partecipato ai nostri campi famiglia estivi, aiutandoci anche come babysitter nella gestione dei bambini. Nel rapportarci con lui, l’aver superato il mero confronto con la sua sindrome, ci ha permesso di scoprire la possibilità e la bellezza di una relazione con la persona, che come tutte le altre ci arricchisce proprio in virtù della sua diversità.
Siamo convinti che le persone come Fede debbano abitare i nostri luoghi di lavoro ed i gruppi sociali non solo per migliorare la loro qualità di vita, ma piuttosto per insegnarci a superare una visione superficiale delle persone e riconoscere le ricchezze di ciascuno.
Sono proprio i nostri figli ad insegnarci questo perché sono i primi a relazionarsi con tutti in modo molto sereno e senza preconcetti.
Famiglie Forini-Righi, Maresca-Ferioli, Badia-Ricci, Becciu-Corallini, Martucci-Ardizzoni, Gioacchin-Maini