“L’insidia non è solo islamica, l’insidia arriva anche da certi paesi Ue ad alto tasso di esportazione criminale, come dimostra il caso dell’omicidio Tartari, a Ferrara. Anche in ambito europeo non può passare chiunque, sarebbe il caso di fermare gli accordi di Schengen o di riscriverli”.
Lo dice il capogruppo leghista in Regione Emilia Romagna Alan Fabbri all’indomani dell’operazione che ha portato all’arresto di Ivan Pajdek, detto Huber, ritenuto il capo della banda responsabile dell’omicidio di Pierluigi Tartari, ad Aguscello, nel ferrarese. Per questa “brillante operazione”, Fabbri esprime le proprie “congratulazioni alle forze dell’ordine”, che “ringrazia” per il lavoro svolto.
“L’emergenza immigrazione si lega a doppio filo all’emergenza criminalità – dice il consigliere del Carroccio -. E il transito facile ai confini è un incentivo alla mobilità criminale, che avvantaggia alcune bande di criminali ‘itineranti’”. “Per questo selezionare gli accessi, vuol dire oggi proteggere i confini dalle intrusioni di malviventi stranieri e tutelare i cittadini. E’ ora di ripensare Schengen. Anche in ambito Ue c’è una migrazione del crimine”. Fabbri sottolinea in particolare che “Pajedk è stato scovato in Slovacchia, presso una comunità di nomadi ungheresi, dopo, a quanto pare, anni passati a delinquere in Italia. Alcuni immigrati, anche comunitari, arrivano col solo scopo di delinquere, visto che nei loro Paesi le pene sono assai più severe e non esistono scappatoie per farla franca”.