Cronaca
24 Settembre 2015
Il giovane arrestato conferma agli inquirenti l'identità del principale sospettato, che ha fatto perdere le proprie tracce

Caso Tartari, il 22enne resta in carcere e accusa l’amico

di Ruggero Veronese | 3 min
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La casa di Aguscello dove è avvenuta la rapina

Fermo di polizia e detenzione cautelare in carcere convalidati per Costantin Fiti, il 22enne di origine rumena arrestato dalla squadra mobile della polizia di Stato nel corso delle indagini sulla scomparsa di Pierluigi Tartari. In mattinata Fiti si è sottoposto all’interrogatorio di garanzia nel carcere di via Arginone, rilasciando alcune dichiarazioni spontanee e sostenendo di non essere coinvolto nella rapina nella villa di Aguscello che potrebbe essere costata la vita al pensionato 73enne, per il quale continuano incessanti le ricerche nelle campagne ferraresi. Il giovane afferma infatti di aver semplicemente ricevuto in regalo un paio di scarpe da un conoscente, senza immaginare che potessero essere state acquistate con i soldi o il bancomat di Tartari. Ma nel frattempo il suo ‘generoso’ amico è sparito nel nulla facendo perdere le proprie tracce.

Gli inquirenti sono risaliti fino all’identità di Fiti grazie alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza del centro commerciale Il Castello, dove il giovane è stato identificato mentre faceva acquisti con altre due persone: il suo conoscente e un amico di quest’ultimo, che il 22enne sostiene di non aver mai incontrato in precedenza. Sono loro i principali indiziati della rapina nella casa di Tartari, gli uomini che potrebbero aver ucciso e occultato il corpo del 73enne. Nel corso dello giro di shopping, i tre ragazzi entrano in un negozio di abbigliamento sportivo e ne escono con delle scarpe per l’amico di Fiti. Pochi minuti dopo, le telecamere li riprendono mentre rientrano nello stesso negozio, dove ne comprano un altro paio: quello che il 22enne ha ai piedi al momento dell’arresto. Fiti sostiene di averle ricevute in regalo dall’amico una volta usciti dal centro commerciale, visto che le scarpe di cui disponeva erano ormai logore e di pessimo aspetto, e che non avrebbe mai accettato il dono se avesse saputo che i soldi per l’acquisto erano frutto di una rapina.

Dichiarazioni che dovranno essere valutate attentamente nel corso del processo. Per ora però gli inquirenti hanno ricevuto alcune importanti conferme da Fiti: prima tra tutti l’identità del suo amico, che combacia con il nome sul quale già si stavano concentrando le indagini. Un riscontro ancora più importante se si considera che la persona indicata dal 22enne e lo sconosciuto con cui fecero acquisti al centro commerciale la settimana scorsa sono spariti nel nulla rendendosi irreperibili.

L’avvocato di Fiti, Alberto Bova, preannuncia un ricorso al tribunale del riesame, poiché a suo avviso mancano i gravi indizi di colpevolezza necessari per giustificare una detenzione cautelare in carcere. Ciò che risulta dalle indagini e dalle registrazioni, secondo il legale, è che Fiti avrebbe semplicemente accettato in buonafede il regalo dall’amico, senza neanche immaginare di doversi nascondere dagli inquirenti impegnati nell’indagine su Tartari. Un dettaglio che in parte trova conferma anche nelle dichiarazioni delle impiegate del negozio di scarpe che, sentite dagli investigatori, hanno confermato che a pagare per gli acquisti era sempre e solo uno degli altri due giovani.

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