Lettere al Direttore
18 Settembre 2015

L’importanza delle parole

di Redazione | 2 min

Non ero presente ieri sera alla Festa del PD e non ho assistito alla contestazione nei confronti della ministra Giannini. Posso immaginare che sia stata una situazione difficile, ma anche prevedibile per gli organizzatori, visto che succede abbastanza spesso. Ma, la cosa che mi ha colpito sono i toni utilizzati nelle aspre critiche lette nelle pagine Facebook di autorevoli esponenti del Pd locale, impegnati nell’amministrazione comunale e nella gestione del partito. Toni e termini, usati nei confronti di chi ha protestato, che lasciano sconcertati.

La frustrazione e, perché no, l’arrabbiatura provate di fronte ad una protesta, possono trovare comprensione. Ma, come diceva Nanni Moretti nel 1989, le parole sono importanti: “fascista” è un termine pesante che riporta a tristi momenti del nostro passato. Prima di utilizzarlo bisognerebbe pensarci bene, soprattutto quando si riveste un ruolo pubblico e per primi si ha la responsabilità di rappresentare anche un dovere educativo della politica che dovrebbe essere improntata alla capacità di mediazione del conflitto e, nel caso di uso, a mio parere, improprio, di termini come “fascisti”, al rispetto di quanti, donne e uomini, qualche decina di anni fa, il fascismo lo hanno vissuto sulla loro pelle e hanno lottato e dato la vita per liberarne il nostro paese.

Ad ogni azione corrisponde sempre una reazione. Ce lo dice Newton. Ma se la reazione è più grave dell’azione si passa irrimediabilmente dalla parte del torto. Che sia accaduta di riflesso nell’incontrollato fervore del momento, che possa essere dovuta ad un improvviso vuoto storico-lessicale collettivo di alcuni esponenti politici locali, o ancora che sia stato un malriuscito tentativo di screditare e delegittimare una protesta – forse troppo animata e per alcuni troppo poco civile, ma indubbiamente legittima – poco importa.

Mi auguro di leggere quanto prima, magari su quelle stesse pagine di Facebook, una pronta ed efficace rettifica da parte delle persone che hanno utilizzato toni e termini ingiustificabili. Non è in questo modo che si affronta la diversità di pensiero, a condizione però che la ricerca del dialogo sia una reale priorità da perseguire e non un inutile e formale vessillo da sbandierare.

Alessandra Tuffanelli
Coordinatrice Provinciale di Sel

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