A Catania due anziani sono stati trovati morti, lui sgozzato e lei probabilmente gettata dal balcone. L’omicida è un ivoriano di un centro di accoglienza. L’anziano siciliano era un pensionato che aveva lavorato in Germania. Questa vicenda, l’ultimo episodio di orrore causato da immigrati clandestini – basti pensare all’estate di violenze e stupri in Romagna – che sarà solo uno dei tanti a cui saremo destinati ad assistere in futuro, è particolarmente significativo perché, nella sua tragica casualità, evidenzia come siano ridicoli i paragoni tra gli emigranti italiani e gli immigrati extracomunitari di oggi. E c’è ora persino qualcuno che, nel suo delirio di arroganza, è arrivato a paragonare l’immigrazione alla Shoah, magari nella speranza di rievocare poi i soliti fantasmi fascisti. Senza considerare che oggi l’unico vero pericolo per Israele viene proprio da quell’integralismo islamico che i compagni radical chic pensano di poter gestire con la loro, del tutto autoreferenziale, superiorità culturale.
Il problema, per quei signori che pur arrampicandosi quotidianamente sugli specchi non ci si guardano mai, è che i fantasmi fascisti non fanno più paura a nessuno, proprio come i comunisti che mangiavano i bambini, ma i delinquenti dell’est Europa e quelli provenienti dall’Africa si, e fano paura anche alla gente di sinistra.
Ciò che appare sempre più evidente è che la questione immigrazione, come la questione sicurezza nel nostro paese è fuori controllo, malgrado le nostre forze di polizia, pur con gli scarsi mezzi a disposizione e con le mani legate dalla retorica buonista, restino tra le migliori al mondo. E chi è destinato a pagarne poi le conseguenze sono proprio i ceti meno abbienti, quelli che non possono permettersi sofisticati sistemi di sicurezza. Appare sempre più evidente che il fenomeno dell’immigrazione andava affrontato diversamente, con aiuti e controlli sulle coste africane da parte di un contingente internazionale. Ma l’Italia del Governo eletto a tavolino, con il suo inconsistente peso politico, e l’Europa della Merkel, alla prima vera sfida globale hanno fallito.
Mauro Malaguti