Tra i 127 impianti sportivi di proprietà diretta dell’Amministrazione comunale non c’è il Palasilver e il Comune ha così poco potere per eliminare il degrado che da tempo ormai caratterizza la struttura, anche se tra 2011 e 2012 tentò di riprenderlo in mano.
L’impianto è infatti completamente di proprietà privata nonostante sia stato edificato su suolo di proprietà comunale: nel 1998 venne stipulato un contratto per la costituzione del diritto di superficie e nel 2003 venne siglata una convenzione trentennale tra Comune e la società Nadalini Giuseppe per costruire e gestire il palaghiaccio. Ma la società venne dichiarata fallita dal tribunale nel 2008. Il curatore fallimentare tentò di tenere aperta la struttura con una convenzione con la società specializzata Ice Planet, ma dopo un paio d’anni l’esperimento non portò i frutti sperati.
La costituzione del diritto di superficie implica che il Comune sia solo nudo proprietario del suolo ma che non possa esercitare diritti sulla struttura fino allo scadere del contratto, con i corrispettivi doveri – compresi quelli di manutenzione e cura – affidati dunque al privato. “È una proprietà privata – conferma l’attuale assessore allo Sport Simone Merli -; più che girare alla curatrice fallimentare (Silvia Gianferrara, ndr) le segnalazioni che ricevo non posso fare”.
Per la verità l’allora assessore allo Sport Luciano Masieri tentò, a cavallo tra 2011 e 2012, di opporsi alla messa all’asta del diritto superficiario sulla struttura decisa dal Tribunale e dalla curatela fallimentare, con l’intento di rientrare in pieno possesso del Palasilver e affidarlo a una società interessata, ma tutto si bloccò.
Il prezzo di partenza era stato stimato dal perito in 864mila euro (i costi di costruzione furono di circa 1,3 milioni) ma, dopo tre aste andate a vuoto, il prossimo 15 settembre il prezzo di base sarà di soli 174.800 euro per un fabbricato costituito dalla pista su ghiaccio di superficie pari 2730 metri quadri e da un manufatto accessorio dove si trovano l’ingresso alla struttura, la biglietteria, la saletta ristori, gli spogliatoi ed i servizi igienici, nonché l’ufficio direzionale e amministrativo (per complessivi 640 metri quadri).
E a leggere la perizia imbarcarsi in un ipotetico affare Palasilver non appare cosa dalla convenienza immediata, tanto meno in tempi di crisi, sia per le condizioni attuali ma anche per via della convenzione “particolarmente stringente” siglata in origine che non ha permesso alla struttura di essere polifunzionale (cioè utilizzabile per più attività sportive anche non legate al ghiaccio): fatto che “diminuisce notevolmente l’appetibilità commerciale dell’immobile”, anche per via della “brevità temporale dal punto di vista climatico” in cui è consentito l’uso dell’impianto e per le “dimensioni troppo ristrette del bacino di utenza”.
Se anche in questa occasione l’asta dovesse andare a vuoto, si procederà a vendita all’incanto il 22 settembre alle ore 9.15 nell’apposita aula presso il Tribunale di Ferrara.