Politica
27 Luglio 2015
Il vescovo Negri sulla sentenza della Cassazione: “Mortale attacco alla libertà di educazione”

Ici-Imu alla Chiesa. Zamorani: “Ora recuperare tutte le somme dovute al Comune”

di Redazione | 3 min

unnamed“Un mortale attacco alla libertà di educazione”. Bolla così il vescovo di Ferrara Luigi Negri la sentenza apripista della Corte di Cassazione, che ha dato ragione al Comune di Livorno sul pagamento dell’Ici dovuto dalle scuole cattoliche. La Suprema Corte nei giorni scorsi ha definito legittima la richiesta dell’amministrazione comunale toscana di richiedere alla curia locale il pagamento dell’imposta sugli immobili, con arretrati (dal 2004 al 2009), per due scuole livornesi. Il fatto che gli utenti della scuola paritaria – questa la motivazione dei giudici – paghino un corrispettivo per la frequenza, rende la relativa attività di carattere commerciale, e quindi soggetta a tassazione.

“È l’ennesimo colpo del laicismo dominante” tuona l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio dalle colonne de “La Bussola”, dove parla di “complicità di tanto mondo cattolico con l’ideologia dominante”. Secondo il capo della diocesi estense infatti “tutto ciò probabilmente non accadrebbe se tra i cattolici non fosse prevalsa in questi anni l’idea che la fede non deve disturbare. E c’è il rischio che anche davanti a questo attacco alla radice della libertà di educazione si cerchi una comoda via d’uscita”. Nell’intervista rilasciata a Riccardo Cascioli Negri rimprovera “il prevalere del concetto di efficienza, una posizione che contraddice 50 anni di battaglie per la libertà di educazione, che si fondano invece sulla richiesta di un autentico pluralismo di posizioni culturali e quindi di plurime vie educative. Perché le posizioni culturali se non sono contrappuntate da vie educative, si irrigidiscono in ideologie e si perdono in emotivismo. L’efficienza è un salvagente meschino, speriamo che tutto il mondo cattolico serio rifiuti questa via di fuga verso il nulla”.

Insomma, i cattolici non fanno abbastanza a livello politico per difendere la scuola paritaria. Anzi, il vescovo parla di “ secchiate d’acqua buonista” gettate dal cattolicesimo “in una società che non accetta di essere interloquita sui fondamenti, perché i fondamenti sono solo quelli di questa terribile deriva di carattere individualistico-soggettivistico; ma è individualismo e soggettivismo massificato, fortemente condizionato da una mentalità dominante con nessuna obiezione”.

Di tutt’altro avviso naturalmente Mario Zamorani, la voce storica dei Radicali di Ferrara, secondo il quale “la lettera della Costituzione, finalmente, prevale sull’interpretazione che fin qui ne hanno dato i governi. La Costituzione infatti afferma che enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione ma “senza oneri per lo Stato”. Non si tratta quindi di revoca di una qualsiasi libertà, secondo Zamorani, ma “della revoca di un privilegio”. Il presidente dei pannelliani ferraresi ricorda poi “quanto si afferma nel decreto legge di recepimento del nuovo Concordato del 1984: ‘Quando … l’ente (ecclesiastico) svolga attività come quelle di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura e, in ogni caso, attività commerciali o comunque a scopo di lucro, queste attività agli effetti civili non sono considerate come attività di religione o di culto. Naturalmente gli enti ecclesiastici possono liberamente svolgere attività diverse da quelle di religione o di culto'”.

Ecco perché “alla luce della sentenza della Cassazione potrebbe essere utile riconsiderare il rapporto fra pubblico e scuole paritarie. In ogni caso ora i Comuni devono procedere al recupero di tutte le somme non ancora prescritte”. E tra questi, è sottinteso per Zamorani, anche Ferrara.

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