Cronaca
23 Luglio 2015
L’assessore Sapigni presenta l’utilizzo del fondo per la non autosufficienza

“Tagliare posti letto per anziani per arrivare a fine anno”

di Elisa Fornasini | 4 min

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20150722_154148“I residui non ci sono più, il finanziamento da parte della Regione è minore e dobbiamo restituire delle risorse agli altri distretti: tagliare 35 posti letto nelle residenze anziani è il minimo, il disegno di riduzione del fondo per la non autosufficienza nel distretto centro nord è molto più ampio e coinvolgerà anche gli assegni di cura, i centri residenziali diurni, l’assistenza domiciliare e i progetti di rete”. È un quadro già chiaro ma sempre allarmante quello disegnato da Chiara Sapigni, assessore alla Sanità e Servizi alla Persona del Comune di Ferrara, capofila del distretto centro-nord, alla quarta commissione consiliare convocata mercoledì pomeriggio in municipio.

Una preoccupazione sul futuro di persone anziane e con disabilità che porterà a breve a un percorso per definire la programmazione triennale del fondo per la non autosufficienza. “Dal 30 luglio cominceranno gli incontri con Asl, gestori, sindacati e terzo settore – annuncia Sapigni – per definire insieme le priorità e i servizi che possiamo permetterci di finanziare con i 20 milioni stanziati per il 2016. Non sono decisioni unilaterali, improvvisate o inventate, ma obbligate, per questo confermiamo la nostra disponibilità ad un confronto con tutti gli operatori coinvolti. La rimodulazione degli interventi finanziati con il fondo per la non autosufficienza è necessaria – specifica l’assessore – perché, con i tagli di 620mila euro previsti nel triennio, non si può più andare avanti così: altri servizi verranno ridotti se no non arriviamo alla fine dell’anno”.

L’assessore alla Sanità ha ripercorso le ‘tappe’ che hanno portato a questa situazione insostenibile: “Il 2015 è stato un anno di sorpresa per diversi elementi, a partire dal calo nella ripartizione delle risorse del fondo regionale di 432mila euro, un dato mitigato dall’integrazione del fondo nazionale che ha compensato portando il calo a ‘soli’ 76mila euro per quest’anno. Il secondo elemento di novità è che il distretto ovest e sud est hanno chiesto di rivedere la ripartizione storica attiva dal 2008 secondo la percentuale di residenti ultra 75enni, quindi il distretto centro nord si trova a dover restituire 500mila euro al distretto ovest e 120mila euro al sud est. Il terzo elemento di criticità è la mancanza di residui: i 7 milioni di residui accantonati nel 2012 con una prudente politica di spesa sono stati investiti negli anni successivi, fino ad arrivare a 2 milioni nel 2014, anch’essi programmati. Il vero problema non è il taglio di 35 posti letto e la relativa diminuzione occupazionale, dove si può trovare soluzione sul libero mercato, ma il disegno più ampio di riduzioni”.

“La riduzione dei posti accreditati per residenze anziani è una riduzione minimale – interviene la direttrice dell’Azienda Usl di Ferrara Paola Bardasi – se si pensa alla recente apertura di 40 posti letto negli ospedali di comunità, che in 6 mesi hanno già ospitato 115 pazienti nella sede di Copparo e 108 a Comacchio. Gli Osco sono una realtà in divenire per i pazienti a basso livello di complessità, a cui sono rivolti gli altri programmi dell’Asl come il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata, la creazione di una rete infermieristica capillare sul territorio e la commissione di un progetto di assistenza fisioterapica aggiuntiva. Bisogna programmare un modo diverso di curare – sottolinea la direttrice Bardasi – per rispondere ai nuovi bisogni delle fasce più deboli”. L’idea di investire maggiormente nell’assistenza domiciliare trova d’accordo Leonardo Fiorentini (Sel) e Luigi Vitellio (Pd).

Le contestazioni maggiori al quadro presentato vengono da Alberto Bova, consigliere di Ferrara Concreta e presidente della commissione, e da Francesco Rendine di Gol, che non manca di intervenire in maniera critica sull’“inefficienza dell’Asp, che dovrebbe copiare la pianta organica delle aziende sanitarie e delle strutture private, rivedendo il rapporto tra le spese del personale e le spese per l’utenza, recuperando così risorse da destinare all’assistenza degli utenti”. “L’Asp in questa situazione non centra nulla – replica l’assessore Sapigni – perché, avendo solo posti ad alta complessità assistenziale, non è stata toccata dal fondo di non autosufficienza, i cui tagli ai servizi riguarderanno quindi le case di riposo, le residenze per anziani e le associazioni di assistenza”.

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