
Bruno Di Lascio
“È trascorso oltre un mese dall’entrata in vigore, lo scorso 19 giugno, del ‘regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera’, che altro non è che l’attuazione del vecchio decreto Balduzzi. Eppure, nonostante le conseguenze che dall’attuazione, prevista entro tre mesi, potrebbero derivarne per il territorio ferrarese, tutto tace”. Così Bruno Di Lascio, presidente dell’Ordine dei Medici di Ferrara nella conferenza stampa indetta alla sede di Piazza Sacrati.
La premessa, in sintesi: il Governo, insieme alla Conferenza Stato-Regioni, ha definito con un regolamento gli standard di qualità e bacini di utenza. Regolamento che potrebbe tradursi in quattro ripercussioni per la sanità provinciale: la prima è la perdita di 103 posti letto, perché calcolati su base 3,7 – invece che quattro – ogni mille abitanti. Dai 1415, a livello provinciale, del 31 dicembre 2014, si arriverebbe a 1312. E questo mentre si stabilisce che la durata media di degenza, per i ricoveri ordinari, deve essere inferiore ai sette giorni. Seconda conseguenza sta nel fatto che le strutture sanitarie accreditate per la sottoscrizione di accordi contrattuali, dovranno avere almeno 60 posti letto per acuti. “A Ferrara Salus e Quisisana non li hanno – commenta Di Lascio -. Favorito è l’accorpamento, purché però si concretizzino gli 80 posti per acuti”.
Il terzo effetto potrebbe essere la chiusura dell’ospedale di Argenta: “In base ai bacini di utenza – afferma il presidente dell’Ordine – un presidio ospedaliero di secondo livello può sussistere tra gli 80 mila e i 150 mila abitanti, il che inevitabilmente condurrebbe alla chiusura di uno, che assecondando la legge dei numeri potrebbe essere Argenta. Oltre a Cona, rimarrebbero Cento e il Delta, destinato però a perdere il punto nascita, perché registra meno di 500 parti l’anno”. Ultima ripercussione del nuovo regolamento sarà secondo l’Ordine dei Medici il ridimensionamento di molte attività specialistiche, sempre in base ai bacini di utenza. “Nel 2012 – riprende Di Lascio – come Ordine abbiamo organizzato il convegno pubblico ‘Dove sta andando la sanità ferrarese?’ Ecco, dopo tre anni, poniamo la stessa domanda, siamo in attesa di risposte, di decisioni che solo la politica può dare. Nel mentre però aumentano il caos e il clima di incertezza e insicurezza, sia tra cittadini che tra professionisti”.
Professionisti di cui, in base al Def (Documento Economia e Finanza), dovrà essere verificata l’appropriatezza degli accertamenti prescritti al paziente. Se ritenuti inutili dovranno infatti pagare di ‘tasca propria’. “Il che – commenta il presidente – accrescerà la medicina difensiva. Sulle conseguenze di questo provvedimento siamo intervenuti più volte, preconizzando i rischi. Ora, che tutto è nero su bianco, ci aspettiamo risposte. La verità è che la carne al fuoco è davvero tanta, come tanta è la confusione. E troppo il silenzio”.