Cronaca
8 Luglio 2015
Un supporter toscano a processo, ma gli unici a testimoniare per la procura sono residenti e forze dell'ordine

Scontri Spal-Massese, un processo senza tifosi

di Ruggero Veronese | 2 min

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Pochi, pochissimi tifosi spallini tra i testimoni nel processo relativo agli scontri tra gli ultrà ferraresi e quelli della Massese, che il 17 marzo del 2013 si resero protagonisti di infuocati tafferugli attorno allo stadio Mazza di Ferrara. Scontri che provocarono diversi danni alle vetrine del Bar Piave, dove alcuni spallini si rifugiarono per scampare alle furia di una quindicina di tifosi della Massese, ma soprattutto a un tifoso ferrarese, ricoverato dopo essere stato preso a mazzate da un supporter toscano mentre si trovava riverso lungo la strada.

È un processo piuttosto particolare quello di cui si è discusso ieri mattina nel tribunale di Ferrara, in particolare per via della ‘scarsa memoria’ delle vittime dell’aggressione – i tifosi spallini -, che durante l’indagine non hanno saputo fornire grandi elementi agli inquirenti per identificare i responsabili di quanto accaduto. Al punto che è solo grazie alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza e alla testimonianza di alcuni studenti che vivevano di fronte allo stadio che è stato possibile risalire all’unico indagato, il 45enne L.S. che secondo la procura avrebbe colpito più volte con un’arma contundente un giovane ferrarese, anche dopo che questo era ormai a terra raggomitolato su se stesso.

Testimonianze che d’altra parte si scontrano con le spartane ma efficaci precauzioni prese da quei 10-15 tifosi della Massese che si resero protagonisti dei tafferugli: tutti con il viso coperto da sciarpe, cappucci e cappelli e comunque difficilmente identificabili in quei frenetici minuti in cui, oltre alle bottiglie di vetro che volavano da una parte all’altra, corso Piave si trovava anche avvolto dai fumogeni lanciati – secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine – dai tifosi toscani. I ragazzi ascoltati ieri mattina non sono stati quindi in grado di confermare con assoluta certezza che L.S. fosse davvero il supporter che colpì con una mazza lo spallino a terra. Un dettaglio piuttosto importante, dal momento che l’imputato nega di aver partecipato agli scontri e in particolare all’aggressione al centro del processo.

Difficile ipotizzare un ruolo rilevante dei tifosi spallini nel processo, dal momento che l’unico testimone della procura ancora da sentire in tribunale sarà uno degli agenti che quel giorno intervennero per sedare gli scontri, e che nessuno dei tifosi spallini (nemmeno la vittima delle lesioni, ascoltata durante l’ultima udienza) affermano di essere in grado di riconoscere o identificare gli aggressori.

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