Mesola
26 Giugno 2015
Il paesaggio e la vegetazione sono presenti nella passeggiata della biodiversità a Milano

Il Bosco della Mesola ‘ispira’ Expo

di Redazione | 4 min

boscone della MesolaIl paesaggio e la vegetazione del Bosco della Mesola e quello della zona appenninica sono presenti nella passeggiata della biodiversità ad Expo. L’area tematica del Parco della Biodiversità, realizzata da BolognaFiere e dedicata alla biodiversità, all’agrobiodiversità e all’agricoltura biologica, accoglie tutti i visitatori nell’immenso percorso verde, unico nel suo genere all’interno dell’area espositiva.

Un luogo in cui il verde dei paesaggi italiani, modellati anche grazie all’agricoltura, può essere vissuto e conosciuto. E sono molti gli spunti paesaggistici e la vegetazione tipica dell’Emilia Romagna che si possono trovare in questa passeggiata della biodiversità, dalla zona appenninica alla Pianura Padana al Bosco della Mesola.

Arrivando dall’Albero della Vita e da Palazzo Italia i visitatori vengo avvolti da un ampio percorso, 5.000 metri quadrati circa, lungo il quale sono rappresentati al vero campioni di ambienti produttivi che testimoniano l’agrobiodiversità italiana e le differenti tipologie di coltivazioni praticate dall’uomo: Alpi, Appennino, Pianura Padana, tavolieri e basso Appennino e infine gli ambienti delle isole e di costa.

Una piacevole passeggiata su di un percorso lungo il quale ci sono più di 300 specie di piante tra gli alberi di prima grandezza, gli arbusti e i prati. Il tutto coltivato realizzato nel pieno rispetto delle piante stesse, cresciute in vaso e fuori terra, piante espiantate per cause di precedenti espropri, prati cresciuti su stuoie in vivai differenziandoli per essere destinati ciascuno allo specifico ambiente.

Simbolicamente il percorso si apre con la ricostruzione di un’alpe dolomitica, a richiamare l’ingresso in Italia dall’estero, realizzata con una tecnica di ricostruzione di materiali lapidei sfarinati miscelati a resine naturali. Questo per mantenere un concetto di sostenibilità e contemporaneamente avere non una semplice scenografia ma una vera istanza materiale delle Alpi, un ambiente protetto dall’Unesco.

Scendendo dalle vette si incontra il bosco di conifere composto da abete bianco, pino nero, pino cembro e larice comune, intervallato da prato da sfalcio e da pascolo, custode di una ampia ricchezza di varietà erbacee e sicuro nutrimento, in tutte le Alpi, per le mandrie durante i mesi estivi. Lasciandosi alle spalle il prato ci si avvicina al terrazzamento – lembi di montagna resi coltivabili dall’uomo – il luogo nel quale si trova la vite che lascia poi spazio, al di là degli ontani neri, alla coltivazione di meli selvatici.

Dal paesaggio alpino la passeggiata della biodiversità accompagna il visitatore nell’area appenninica. Qui lungo il sentiero si scorgono subito le roverelle, il cerro, l’orniello, il castagno– tipiche del paesaggio dell’Appennino centro-settentrionale e del paesaggio che dalla pianura raggiunge i 700 o 1.000 m. Oltre i carpini bianchi ecco gli arbusti, il ciliegio a grappoli, utilizzato come pianta ornamentale dalla meravigliosa fioritura,il sorbo dalle bacche rossastre per citarne alcuni; poco più in là il noce da frutto e ancora oltre gli ulivi.

Il sentiero lascia spazio a una piccola strada di campagna che permette di compiere idealmente un viaggio dal cuore della pianura sino al delta del Po. Le robinie custodiscono gli arbusti, la rosa canina e la mora selvatica, e aprono lo sguardo alla coltivazione di differenti varietà di cereali, simbolo di alto grado di biodiversità agricola nella produzione alimentare. Il campo coltivato viene attraversato da un canaletto d’acqua alle cui sponde sorge la tipica “piantata” con gelsi e viti.
Rovi, rosa canina, mora selvatica, olivella spinosa accompagnano il visitatore verso il Delta del Po, rappresentato da un paesaggio ispirato al Bosco della Mesola con canneti, sabbia e limo.

Lasciata la pianura il visitatore raggiunge il paesaggio del basso Appennino e dei tavolieri: le roverelle, i lecci, i cerri seguiti dalla quercia spinosa, dal carrubo e dai cipressi fanno rivivere i paesaggi della Toscana, dell’Umbria, sino a raggiungere le Marche e più a sud le Murge. Qui si può ammirare un campo coltivato a grano duro, che lungo il tavolato calcareo caratterizzato dai muretti a secco apre lo sguardo all’oliveto.

Lungo lo stivale, la ricchezza dei paesaggi, delle varietà e della produzione agricola arriva sino alle Isole. Il paesaggio dei Nebrodi accoglie il visitatore: i mandorli, il carrubo e poi gli agrumi, i pompelmi che rappresentano il paesaggio vicino alla costa che a strapiombo sul mare accoglie una macchia bassa, costituita da arbusti e alberelli sempreverdi come i pistacchi e i capperi, intervallata da specie più esotiche come il fico d’India.

La passeggiata tra le terre e i paesaggi italiani accompagna alla Sardegna, lungo la costa, sul mare. Il melograno e la quercia da sughero, gli olivi lasciano poi spazio alla vegetazione naturale a macchia, con gli arbusti più tipici, il mirto e il corbezzolo.

La passeggiata guidata nel verde del Parco della Biodiversità prosegue attraversando il centro dell’area per arrivare sino ai Bio orti, il luogo in cui la città incontra l’agricoltura: fuori terra, in cassa, verticali, giardini urbani produttivi privati e pubblici, famigliari e collettivi per imparare come anche le città e le loro aree limitrofe possono, grazie all’impegno e alla cura dell’uomo, essere verdi e produttive.

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