L’embargo russo ai prodotti agroalimentari nei primi tre mesi del 2015 ha tagliato 20 milioni di euro delle esportazioni dell’Emilia Romagna verso la Russia. Lo sottolinea Coldiretti Emilia Romagna all’indomani dell’annuncio di Putin di voler prolungare l’embargo fino al 2016.
Sulla base degli ultimi dati trimestrali Istat del Commercio estero, nel primo trimestre di quest’anno, l’export di prodotti agricoli e agroalimentari della nostra regione verso l’ex impero sovietico è passato dai 30,5 milioni del primi tre mesi del 2014 agli 11,2 milioni di quest’anno.
Ai danni diretti – commenta Coldiretti Emilia Romagna – si aggiungono quelli indiretti, che hanno determinato la diffusione sul mercato russo di imitazioni low cost dei prodotti italiani, che rischiano di distruggere l’immagine dei prodotti originali in particolare il Parmigiano Reggiano e i salumi dell’Emilia Romagna.
Sulle sulle sanzioni Ue alla Russia che hanno determinato la reazione dell’embargo e la sua successiva proroga si è espresso anche il capogruppo leghista in Regione, Alan Fabbri, in un suo intervento a tutto campo prima del voto positivo dell’Assemblea legislativa sulla sessione “comunitaria” alla Risoluzione emendata anche dalle proposte del Carroccio. “Sbagliate le sanzioni contro la Russia che penalizzano le nostre attività produttive, non solo nell’agroalimentare”, ha detto Fabbri, che ha poi spaziato sulle scelte politiche che bersagliano il settore “come l’Imu su terreni e fabbricati agricoli, cioè strumenti che producono ricchezza. Sarebbe come tassare il tornio che si trova all’interno di un officina”.