Politica
20 Giugno 2015
Per il segretario provinciale del Pd "non c'è nessuno alla sinistra del partito"

Vitellio: “La politica deve creare una comunità”

di Redazione | 3 min

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IMG_0012“Il centrosinistra deve cambiare a prescindere perché siamo al governo e abbiamo questa responsabilità che arriva dal basso dei circoli per arrivare a Roma. Abbiamo sempre guardato a Roma come la causa di tutti i mali, ma adesso dobbiamo cambiare metodo, mettendoci davanti al carro del rinnovamento. Troppo spesso abbiamo aspettato gli inviti da parte delle associazioni di categoria, ma ora siamo noi a dover invitare, a confrontarci”.

Comincia così il segretario provinciale del Partito Democratico Luigi Vitellio la sua esegesi sulla necessità di cambiamento del Pd all’interno di uno degli incontri organizzati da Mario Zamorani di Pluralismo e Dissenso alla sala dell’Arengo. Un’ora e mezza durante la quale il vertice dem si è sottoposto alle domande di Sergio Gessi di FerraraItalia, Stefano Lolli del Resto del Carlino e Marco Zavagli di Estense.com.

Oltre allo stump speech iniziale, l’idea di rinnovamento del Pd passa anche da un’altra frase di Vitellio. “La politica deve fare comunità, non osservarla dall’esterno“, ha detto il segretario provinciale parlando dell’ultima provocazione di Alan Fabbri sulla Gad e gli osservatori di quartiere, ma è una frase dalla quale si può partire più o meno per tutti i temi toccati durante l’incontro, iniziando dai rapporti con le altre forze politiche: “Alla sinistra del Pd non c’è nulla – dice il segretario parlando di immigrazione -, c’era chi si svegliava la mattina leggendo le mie dichiarazioni e valutava il mio tasso di sinistra, ma se si guarda alla situazione nazionale il Pd è l’unico partito di sinistra, e sull’immigrazione è rimasto solo contro le parole gravi di Fabbri e di Bergamini che nel suo primo discorso da sindaco ha contrapposto profughi e terremotati”.

Il concetto di fondo è lo stesso anche per un tema affine, quello della sicurezza: “La Lega ha sempre questo concetto di prendersela con entità esterne per i problemi presenti e questa cosa degli osservatori di quartiere proposti alla Gad è una cosa che ha. Solo che prima si scagliavano contro il sud, poi si sono accorti che i voti del sud servivano e se la sono presi con chi viene da fuori, e chissà contro chi se la prenderanno quando il problema immigrazione non ci sarà più. La sicurezza non è una parola di destra; è una parola di sinistra, finché non si comincia a giocare sulla paura”.

Vitellio ha parlato, tra le altre cose, anche di sanità. “Le liste d’attesa sono lunghe, e a Ferrara serve una riorganizzazione della sanità. Il fatto che le liste poi siano più lunghe che in altri posti significa che la riorganizzazione deve essere più incisiva”. Non mancano accenni alla democrazia interna, emersa come critica nel questionario diffuso tra gli iscritti in fase precongressuale (“La mia fidanzata potrebbe sicuramente smentire il fatto che i circoli non vengano presi in considerazione visto il numero di volte che vado a trovarli”) e di primarie: “Servono, ma in Liguria abbiamo eletto una rappresentante di un sistema di potere decotto, perché ci sono sistemi di potere decotti anche nel Pd, e abbiamo perso. In Umbria per la stessa ragione abbiamo quasi perso. Il Pd non ha una scuola di formazione politica vera e propria, quindi come si sceglie un dirigente rispetto ad un altro? Per evitare le amicizie servono le primarie”.

Vitellio infine tocca anche la questione indennità e dipendenti, al momento in mobilità: “La mia indennità è di circa 900 euro al mese, e un dovere del segretario è quello di difendere i propri dipendenti. Per questo stiamo portando avanti l’idea di un fondo di solidarietà, finanziato magari da maggiori richieste economiche ai nostri eletti – parlamentari e consiglieri -, per integrare i guadagni mancati delle nostre dipendenti fino a quando la situazione non si sblocca”.

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