Lettere al Direttore
11 Giugno 2015

Questa volta sono d’accordo con il vescovo

di Redazione | 3 min

Ho letto con molto interesse l’attenta cronaca cittadina relativa al dibattito politico e culturale instaurato a distanza tra il vescovo Negri, ancora una volta protagonista, e gli esponenti locali e nazionali del Movimento Cinque Stelle.

Personalmente nel passato anche recente, non mi sono trovato sempre d’accordo con le posizioni assunte da parte dell’Arcivescovo, criticandone in massima parte l’utilizzo di toni a volte troppo forti (“Postribolo” degli studenti…) rispetto alla materia trattata.

Ma, da Cattolico praticante e attivo all’interno del mondo delle Parrocchie, in questo caso non posso fare altro che condividere il pensiero e anche la successiva specifica pervenuta dalla curia Ferrarese. Magari ancora una volta alcuni toni sono risultati un po’ aspri e pungenti rispetto al compassato dibattito ferrarese, ma nei fatti assolutamente condivisibile.

È infatti una presa di posizione culturale quella che fa Negri, cui preme mettere in chiaro paletti di priorità delle persone “di Fede” e di opportunità di comportamento da parte di chi, pur facendo politica, si professa Cristiano Cattolico e frequenta i Sacramenti. C’è del male da parte di un Arcivescovo, che ha il compito di guidare una Comunità, a voler specificare come i suoi fedeli si debbano comportare? Può piacere o non piacere. Ma su queste posizioni la mia piena condivisione.

In conclusione mi preme dare anche la mia opinione riguardo al famoso emendamento “giacobino” presentato dei miei colleghi del M5S durante le giornate della variazione di Bilancio del Comune di Ferrara. Giornate che ci hanno visti uniti, e li ringrazio ancora una volta, con voce unanime nella protesta e nell’opposizione più dura, fino all’occupazione del Consiglio Comunale. Emendamento poi bocciato e sul quale io stesso, a nome del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia-AN, ho espresso un voto contrario. Per due motivi.

Il primo motivo risiede nel fatto che venga specificata questa tassazione per le manifestazioni solo quando queste riguardino il carattere religioso (leggi Cattolico). Ancora una volta, se questo fosse stato avallato, avremmo visto solo una parte della torta, non considerando uguali tassazioni (decisamente eccessiva e provocatoria quella di 5mila euro riportata) per manifestazioni sindacali oppure politiche, culturali o altro. Un analogo porre l’attenzione a senso unico come già accaduto in passato sul dibattito circa l’Ici alla Chiesa cattolica, dimenticandosi nel mentre di tutte le altre organizzazioni che non la pagano.

Ma il secondo motivo è ancora più profondo: infatti nonostante sia d’accordo con i colleghi consiglieri nel far fruttare al meglio i luoghi più belli e significativi della nostra città, non concordo assolutamente nel tassare le manifestazioni religiose, come le processioni per esempio.

Queste infatti, rappresentano la storia, le radici, le tradizioni, il collante il carattere stesso della nostra città, della nostra cultura e arte nata all’ombra delle grandi cattedrali. Sono simbolo della nostra stessa identità Italiana e Europea: in quanto tale vanno preservate e difese.

Paolo Spath
Consigliere Comunale (Presidente)
Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia – An

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