Comacchio. Giuseppe Stoppiglia torna a Comacchio a presentare il suo ultimo libro “Vedo un ramo di mandorlo…” (Edizioni Macondo libri-Servitium). L’incontro avverrà il prossimo venerdì alle 16,30 a Palazzo Bellini e sarà introdotto dal prof. Gianfranco Arveda; con Giuseppe Stoppiglia dialogheranno Giovanni T.T. Cavalieri, Andrea Mantovani, Serena Maria Carli, giovani studenti comacchiesi che idealmente sembrano raccogliere il testimone da quei giovani degli anni Settanta che Don Giuseppe aveva raccolto attorno a sé e contribuito a formare . Perché Stoppiglia, parroco a Comacchio dal 1965 al 1975, ha inciso profondamente nella fisionomia di quella meglio gioventù che viveva l’epoca della contestazione, del pensiero critico e dell’impegno civile e politico. L’incontro è organizzato dal Comitato della piazza del popolo, costituitosi nei mesi scorsi per impedire lo spostamento della biblioteca e della sede municipale; in esso sono presenti quei giovani a cui Don Giuseppe aveva insegnato la partecipazione attiva alla cittadinanza.
Comacchio lo ha amato e gli deve molto. Sono ancora ben impresse nella memoria le sue appassionate prediche domenicali che interpretavano il Vangelo dalla parte degli ultimi e dei poveri e spingevano a dare testimonianza delle parole di Dio con scelte radicali . Giuseppe, infatti , nel 1975 scelse di fare l’operaio, alla “Riva Calzoni” , azienda metalmeccanica di Bologna, per divenire poi sindacalista e responsabile della formazione dei dirigenti Cisl in Emilia-Romagna e Veneto. Nel 1988 ha fondato Macondo, associazione per l’incontro e la comunicazione tra i popoli, trascorrendo lunghi periodi in America latina.