Il grande dilemma, il grande e mai risolto problema del nostro Comune, è sempre stato legato al fatto di essere formato da tre frazioni storicamente equivalenti, sia dal punto di vista della composizione sociale ed economica, sia dal punto di vista della vastità territoriale.
A fronte di ciò, negli anni in cui era possibile, direi addirittura necessario, i servizi principali legati al vivere quotidiano, si sono mantenuti in tutti e tre i centri di Serravalle, Berra e Cologna senza grossi problemi.
Fin dagli anni ’90 però, con il calo delle risorse economiche pubbliche, a fronte del calo costante della popolazione, delle nascite e in generale dell’economia tutta, “è venuto al pettine” un nodo mai apertamente affrontato, ma sempre risolto in maniera univoca nel silenzio, quasi nel tentativo che nessuno se ne accorgesse. Mi riferisco al fatto che, quando c’è stato e c’è da tagliare, o meglio da accentrare, diminuendo quei servizi ormai considerati doppioni inutili per mancanza di utenza, con la scusa che Berra capoluogo è geograficamente al centro del territorio comunale, a farne le spese sono sempre state le frazioni.
Una politica accentratrice che ha percorso buona parte degli anni ’80 e tutti gli anni ‘90, ha portato a interventi al limite dell’immaginabile perfino in campi non propriamente legati ai servizi indispensabili per la comunità. L’acquisto del “Teatro di Berra”, costato ad oggi non meno di otto / novecento mila euro, ne costituisce l’esempio più lampante.
Oggi tocca a Serravalle cedere ancora nel settore scolastico: dal 2016 le scuole elementari saranno tutte “accentrate” a Berra; da anni lo sono già le scuole elementari di Cologna e le scuole medie dell’intero comune.
Serravalle, dove il numero annuale delle nascite è del tutto in linea con quello di Berra, anzi in qualche caso lo supera, si vede privato del servizio scolastico completo che va dalle elementari alle medie. Senza alcun motivo logico, addirittura con un aggravio economico per le casse pubbliche e delle famiglie, pur con la certezza di avere gli stabili adibiti che sono, da anni, gli unici completamente a norma del territorio comunale, il servizio principe e dominante dei servizi, quello scolastico, sparirà da questa comunità.
Perché allora meravigliarsi che qualche famiglia stia pensando di rivolgersi a qualche comune limitrofo, magari veneto, per questo servizio di fondamentale importanza dal punto di vista sociale e per la vita delle famiglie?
Per fare “comunità” vera, come può e dovrebbe essere quella di un comune, non si possono chiedere sacrifici a senso unico. Dire che i “serravallesi” non vanno a scuola a Berra per ripicca, quando è dal ’99 che le medie sono concentrate nel capoluogo, credo sia “perlomeno ingeneroso”.
Allora, per bloccare un esodo verso comuni vicini, che a nulla di positivo porterebbe, se non a una sorta di disgregazione dei valori legati all’appartenenza sociale alla propria comunità, per un riconoscimento di effettiva parità di trattamento, l’Amministrazione Comunale di Berra pensi rapidamente di prendere in esame il dislocamento delle scuole che vanno dall’asilo nido a quelle dell’infanzia, dalle scuole elementari alle scuole medie, sull’INTERO TERRITORIO COMUNALE.
Un paese senza scuole muore! Un paese senza servizi muore! Questo è quello che non hanno capito, fin dalla fine degli anni ’80, chi ha previsto per Cologna un avvenire legato all’agricoltura, per Serravalle un avvenire legato all’artigianato e alla piccola industria, per Berra un avvenire legato ai servizi: una contraddizione nei fatti, una scelta senza senso che adesso qualcuno sta pagando.
Leonardo Peverati