Cronaca
27 Maggio 2015
Le colleghe dell'imputata verranno riascoltate in un insolito confronto 'all'americana' per chiarire la verità dei fatti

Maltrattamenti nell’asilo: contraddizioni nelle testimonianze

di Ruggero Veronese | 2 min

asilo-bambini1-150x150Bambini strattonati con impazienza, imboccati a forza o addirittura vittime di dolorosi pizzicotti ‘punitivi’ nel caso non rispettassero gli ordini. Sono queste le accuse in capo a un’educatrice di un asilo della provincia ferrarese, alla sbarra per ‘abuso dei mezzi di correzione e disciplina’ per via del trattamento riservato ai piccoli ospiti della struttura. Accuse in parte confermate ieri pomeriggio durante una lunga e per certi versi contraddittoria sessione di testimonianze, che ha visto comparire davanti al giudice Amore quattro colleghe della donna imputata.

Mentre due delle educatrici hanno infatti negato di aver assistito a qualsivoglia episodio di sgarbo o violenza nei confronti dei bambini, le rimanenti hanno confermato alcune delle accuse della procura, fornendo anche nuovi elementi di accusa alla procura che dovranno essere valutati nel corso del processo. E di fronte a questa particolare situazione, il giudice Amore, ha preso la decisione di riascoltarle tutte insieme nel corso di una delle prossime udienze in una sorta di ‘confronto all’americana’. Questo permetterà al tribunale di eliminare tutte le contraddizioni dai loro racconti e arrivare alla versione definitiva.

Nessuna delle colleghe dell’imputata, quale che sia la versione corretta, denunciò mai nulla alla procura su quanto sarebbe avvenuto all’interno dell’asilo tra il dicembre del 2012 e il maggio successivo. Prima che una fonte confidenziale denunciasse ai carabinieri gli episodi a cui affermava di aver assistito tra le mura della struttura. Con l’inizio dell’inchiesta il Comune proprietario dell’asilo, parte civile nel processo attraverso l’avvocato Gianni Ricciuti, ha deciso di sollevare la donna dalle sue mansioni, relegandola a ruoli amministrativi o comunque non di contatto diretto con i bambini, in attesa di conoscere quale sarà la sentenza finale. Alcuni dei genitori si sono invece costituiti parte civile per chiedere un risarcimento, in caso di una condanna, all’educatrice che secondo la procura ha rischiato di arrecare danni e traumi ai piccoli ospiti dell’asilo.

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