Politica
17 Maggio 2015
Anche Assohotel contro la manovra della giunta Tagliani

Hotel, “l’aumento Imu ci affossa”

di Redazione | 2 min

scaloneSi aggiunge anche Assohotel-Confesercenti alla lista di pollici versi verso la manovra della giunta Tagliani. In attesa del “No tax day” organizzato dalle opposizioni in consiglio dopo l’inchiesta di Estense.com che contestava i motivi ufficiali dell’aumento delle tasse, ora Assohotel-Confesercenti esprime il proprio “dissenso verso la previsione dell’aumento dell’Imu”, ufficializzata alle associazioni del mondo imprenditoriale dall’assessore al Bilancio del Comune di Ferrara “solo pochi giorni fa”. “Siamo ben consci –afferma Nicola Scolamacchia, presidente di Asshotel Confesercenti Ferrara – che la municipalità deve affrontare l’ennesimo taglio delle entrata da parte dello Stato (in realtà il patto di stabilità cala di oltre 4 milioni di euro, ndr). Tuttavia, siamo ancora più consapevoli che le nostre aziende non sono in grado di sostenere alcun tipo di aumento della tassazione”.

Assohotel-Confesercenti fa sapere che a livello nazionale ed a livello locale, non è in grado di offrire un rinnovo contrattuale che determini un miglioramento dei trattamenti economici ai propri collaboratori. E lo afferma “con tristezza, consapevole di penalizzare proprio le persone grazie alle quali ogni nostra azienda opera. Come possiamo noi accettare passivamente l’incremento di una tassa, l’Imu, per giunta totalmente slegata dall’effettiva generazione di reddito dell’impresa?”, si chiede Scolamacchia.

“Le nostre aziende – prosegue il presidente Assohotel -, il sistema ricettivo della nostra città, sono in evidente sofferenza negli ultimi anni. Gli hotel chiudono, al ritmo di almeno un paio all’anno, e non se ne vede un ricambio all’orizzonte. Nella stragrande maggioranza gli hotel ferraresi sono proprietari dei propri muri: aumentare l’aliquota Imu vuol dire aggravare direttamente i conti economici di imprese che per loro caratteristica necessitano di superfici immobiliari ampie e che saranno quindi fra le più colpite da questo provvedimento”.

E questo a fronte del fatto che le aziende in questione già corrispondono un’aliquota Tari “per la quale è difficile trovare una giustificazione: come può un hotel generare per mq più del doppio dei rifiuti di una famiglia, che abita la stessa superficie costantemente e cucina più pasti al giorno?”

Gli hoptel inoltre, fa notare l’associazione di categoria, già contribuiscono a raccogliere circa il 90% dell’imposta di soggiorno, ovvero 600mila euro. “Certo, non sono soldi nostri, ma siamo noi a recuperare l’intero gettito dell’imposta senza compenso alcuno, ed anzi occupando tempo ed impegno in necessarie pratiche burocratiche” commenta Assohotel, che chiede “un segnale di coerenza all’amministrazione comunale, la volontà di dialogo e le idee dal lato nostro non sono mai mancate. Le nostre aziende sono stanche di sentir parlare di turismo quale settore industriale trainante per lo sviluppo economico della città ed essere poi zavorrate, se non affossate, da una ingiustificata ed insostenibile fiscalità”.

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