Abbiamo le tariffe dei servizi pubblici tra le più alte del paese. L’amministrazione applica balzelli su stipendi, redditi, casa, fabbriche, negozi, terreni, con le aliquote massime compatibili con la gestione del consenso. In pochi anni pezzi importanti del patrimonio comunale sono stati bruciati con la svendita di aziende (Agea), reti del gas, azioni Hera a valori non di mercato. Milioni di euro sono stati buttati, per poi chiederli ai cittadini, nella sciagurata vicenda del derivato Dexia, che Tagliani, non pago di averlo voluto, si è ripetutamente rifiutato di estinguere anticipatamente, quando sarebbe costato molto meno della somma degli esborsi finora pagati dal Comune alla banca o accantonati. E’ stato poi costretto a chiuderlo male nel 2011, incalzato da un ricorso Ppf alla Corte dei Conti, con il risultato che ora, oltre ai milioni da derivato (ancorché accantonati), stiamo pagando centinaia di migliaia di euro per le spese legali imposte dalla causa presso la Corte di Londra, che potrebbe oltretutto concludersi con una sentenza da risarcimento milionario.
La disoccupazione è ai massimi livelli degli ultimi trent’anni, soprattutto quella giovanile. La città sta morendo affossata dalla crisi economica e dalla inadeguatezza amministrativa. Nessuno dei siti contaminati è stato bonificato, mentre il mega inceneritore e la centrale turbogas continuano a scaricare in aria tonnellate di inquinanti. Da anni sono fermi gli investimenti pubblici e le aziende private, industriali e commerciali, sono decimate. Il petrolchimico è in disarmo per incapacità di gestire i rapporti con le aziende, quando doveva rappresentare il propulsore della ripresa. Intanto continuano privilegi e regali a pezzi di società ferrarese, che gode di eventi e spettacoli senza pagare per intero il biglietto, in parte scaricato sulla fiscalità generale, quindi su pensionati, cassaintegrati, famiglie mono reddito. E la politica per l’immigrazione guarda solo alle entrate delle associazioni e delle coop sociali che se ne occupano. Tutto ciò in assenza di un progetto di rilancio turistico, ambientale, agro alimentare ed industriale della città.
In questo contesto il sindaco Tagliani chiede altri soldi ai ferraresi stremati, invece di tagliare le spese e rimettere in moto un ciclo virtuoso degli investimenti produttivi compatibili con il territorio e non pagati con le entrate correnti, come invece pretende di fare ora, magari in vista della prossima campagna elettorale. I margini di risparmio nell’economia comunale sono ingenti. La macchina può essere ridimensionata con il blocco di turnover e incarichi. Soprattutto le fasce alte e meglio retribuite (dirigenti e quadri) sono esuberanti, mentre le recenti assunzioni di dirigenti sono un vero pugno allo stomaco per i cittadini. La spesa per il personale va ridotta, così come quella per incarichi, consulenze e contributi. La nuova richiesta di milioni di euro ai cittadini non ha alcun fondamento, se non quello di foraggiare il solito bacino elettorale o di tamponare future perdite o aumenti di spesa, attesi ma non dichiarati. L’idea poi di finanziare gli investimenti con entrate correnti è da licenziamento collettivo della giunta intera e dei suggeritori dirigenti se ci sono, da parte dei loro datori di lavoro, ovvero i cittadini.
L’opposizione dovrebbe montare le tende in piazza municipale sine die e chiamare a raccolta i cittadini con i forconi. Il M5S in particolare, per voti ricevuti, per numero di consiglieri e per l’aspettativa generata in migliaia di elettori, dovrebbe quotidianamente togliere il sonno a Tagliani, il quale invece, sornione democristiano qual è, se la gode. Ferrara non merita un tale degrado economico e sociale, dopo aver patito per decenni, oltre alla marginalità economica, anche un inquinamento eccezionale, una mortalità elevata per tumori, una assistenza sanitaria che giornalmente impone alla popolazione bisognosa e al personale, medico e non solo, l’esodo quotidiano a Cona, in carenza di servizi pubblici adeguati.
I grigi burocrati del Pd sanno che i nodi prima o poi arrivano al pettine elettorale e che i medesimi non saranno evitati da buskers, mongolfiere, concerti o altri anestetici di massa, usati per distrarre la popolazione. Anche se dalle ultime elezioni ad oggi in città non si muove foglia, non si sente una critica, non una denuncia dall’opposizione, non un allarme dai sindacati, nessun libero pensiero si eleva sulla palude. Anche se la crisi e la paura rendono il potere più forte, nonostante dia prova di ostinata inadeguatezza ed irresponsabilità politica. Anche se i giovani purtroppo, per lo più disoccupati, se ne stanno alla larga da una “politica” che li ha traditi. Penso che stiano sbagliando, poiché non solo la città ha bisogno di loro, ma senza il loro impegno per la “polis” nemmeno le precarie condizioni in cui vivono potranno migliorare. Ferrara è in debito di ossigeno e necessità di aria fresca.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale 2009-14 di Progetto per Ferrara