Politica
28 Aprile 2015
Tagliani: "Chiesto alla multiutility di mantenere fermi i vincoli sulla massa di rifiuti da termovalorizzare"

Azioni Hera, “il controllo pubblico non cambia”

di Redazione | 4 min

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“Nulla cambia in termini di controllo pubblico”. Luca Vaccari, assessore al Bilancio del Comune di Ferrara rassicura così – non riuscendoci – gli attivisti del comitato Acqua Pubblica presenti alla seduta del consiglio comunale durante la discussione sulla delibera per il rinnovo del patto di sindacato tra azionisti Hera.

Il provvedimento (il testo completo è in fondo all’articolo), approvato con i soli voti del Pd e di Alberto Bova di Ferrara Concreta (contrari tutti gli altri gruppi consiliari, compreso Leonardo Fiorentini di Sel), prevede che il Comuni si esprima favorevolmente sulla modifica dello statuto sociale di Hera per quanto riguarda il contratto di sindacato di voto e la disciplina dei trasferimenti azionari.

Il rinnovo arriva a sei mesi di distanza da quello approvato lo scorso anno in attesa delle modifiche legislative e prevede il cosiddetto voto maggiorato: in sostanza potrà calare (in maniera controllata ed entro certi limiti) la quota di azioni pubbliche (Ferrara, tra Comune e Holding ne detiene circa 25,5 milion iche valgono l’1,75% del capitale sociale) ma quelle che rimarranno, se detenute per un periodo superiore a 24 mesi e iscritte in un elenco speciale, varranno il doppio al momento del voto in assemblea (ma solo sui temi importanti riguardanti amministrazione, azioni e voti).

“Per i soci pubblici sarà possibile mantenere il controllo della società con meno azioni”, semplifica Vaccari. Questo permetterà ai Comuni (o alle società controllate) di “mantenere il controllo della società senza necessità di tenere immobilizzati ingenti capitali”. Per garantire il controllo pubblico, inoltre, i soci privati “non possono raggiungere una quota di capitale azionario superiore al 5%”.

In merito alla possibilità di cedere azioni secondo il ‘nuovo’ Patto di sindacato – che dovrebbe essere ratificato domani -, questa è scandita in diverse fasi temporali e soggetta ad alcuni limiti: dal 1° luglio (quando entrerà in vigore) al 31 dicembre la percentuale di azioni ‘pubbliche’ bloccate è fissata al 48.8%; dal 1° gennaio 2016 alla data di efficacia del voto maggiorato la quota potrà scendere fino al 45,1% e da lì al 30 giugno 2018 (data di scadenza del patto) potrà calare ancora fino al 38,5%.

“Non ci sarà una svendita di azioni – chiarisce Vaccari – ma un processo controllato di dismissione”. L’eventuale vendita (finora non prevista), inoltre, dovrà passare il vaglio e ottenere l’approvazione del Consiglio comunale. Lo scopo dichiarato è quello di poter usufruire in futuro di fondi da poter investire in caso di necessità con minori vincoli dettati dal Patto di Stabilità.

Per siglare questo accordo il Comune di Ferrara ha chiesto che Hera accettasse un compromesso, ovvero quello di mantenere fermi i vincoli sulle immissioni di massa nel termovalorizzatore, dunque massimo 130mila tonnellate di rifiuti provenienti solo dalla Provincia o dalla Regione (extra solo in caso di emergenze ambientali): “Ho chiesto a Hera di rinunciare all’applicazione dell’articolo 35 bis dello Sblocca Italia sul termovalorizzatore” afferma il sindaco Tiziano Tagliani che non nega l’esistenza di alcune criticità nel controllo della multiutility: “La mia proposta – spiega – è quella di rafforzare le agenzie come l’Atersir, serve un sistema forte per la tutela dell’interesse dei cittadini”.

Il sindaco concede anche qualche battuta sul tema della gestione pubblica dell’acqua: “Senza gli investimenti di Hera nelle reti idriche, che a differenza di Bologna sono rimaste di proprietà del Comune, oggi avremmo il doppio del debito pubblico“. E sull’acqua e la sua gestione come bene pubblico è intervenuto anche Vaccari, soprattutto a seguito degli interventi dei consiglieri Silvia Mantovani (M5S) e Leonardo Fiorentini (Sel): “Fino al 2023 non cambierà niente sul servizio idrico integrato: c’è tempo per arrivare a una discussione costruttiva su una gara europea o una gestione in house del servizio”.

Al momento del voto, gli attivisti del comitato Acqua pubblica, tutti indossanti una maglietta azzurra con scritto “Il mio voto va rispettato” in riferimento al referendum del 2011, si sono alzati in piedi.

Durante la discussione e per dichiarazioni di voto sono intervenuti anche Ilaria Morghen e Federico Balboni (M5S), Mauro Vignolo (Pd), Francesco Rendine (Gol), Matteo Fornasini (Fi), Paolo Spath (Fdi) e Giovanni Cavicchi (Ln).

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