Caro Direttore,
in questi giorni si ricorda il 70° della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo ad opera delle Forze Alleate. Le celebrazioni dovrebbero essere soprattutto un monito per le generazioni future, affinché non sia mai più Auschwitz – Birkenau e tanto altro in nome di una ideologia.
Eppure non tutti sanno che dall’altra parte dell’oceano, in una delle più prestigiose e civilissime Università degli Stati Uniti, la Princeton, un docente di Etica, Peter Singer, conosciuto anche come il filosofo della Liberazione animale e fautore della linea della “parità” tra uomini e bestie, nonché inventore del termine “specismo”, in questi giorni è tornato a ribadire con convinzione in una intervista radiofonica le sue tesi sull’infanticidio dei bambini affetti da grave disabilità, misura che per il professore sarebbe necessaria nella logica del rapporto tra costi e benefici, tanto da rendere «ragionevole» per il governo e le compagnie assicurative l’ipotesi di negare le coperture per la cura dei neonati gravemente disabili.
Ebbene, tutto questo ricorda in modo lampante e drammatico il famigerato progetto nazista di eugenetica, “Aktion T4”, il cui obiettivo era proprio quello di eliminare le persone affette da malformazioni genetiche (che causò almeno 70.000 vittime), stessa ideologia che poi ha portato a tutte le sofferenze e gli orrori dei campi di sterminio e contro cui giustamente oggi tanta gente scende per le strade affinché ciò non accada mai più.
Eppure, contro le idee di Peter Singer nessuno si muove e nessuno scende in piazza! Anzi…il professor Singer continua ad insegnare tranquillamente in una delle più importanti Università del mondo senza che vi sia una indignazione generale per queste tesi aberranti. Dove è finita in questo caso la tanto declamata memoria storica? Probabilmente tutto questo, insieme alla nostra “colpevole” indifferenza, trova la propria radice nel desiderio errato dell’uomo di sostituirsi a Dio, nel fare dell’arbitrio umano un assoluto, capace di decidere cosa è bene e cosa è male.
Ci auguriamo che la festa del 25 aprile, che festeggiamo, porti a riscoprire la vera natura dell’uomo e dei suoi intrinseci limiti, affinché tutto ciò che è accaduto, e che continua ad accadere, possa migliorarci.
Gian Luca Casoni,
Amici del Timone di Ferrara