20 Aprile 2015
Bardasi: "Vigilanza costante da un anno. Attività libero professionale nettamente inferiore a quella istituzionale"

“Intramoenia” e tempi d’attesa, Ausl: “Tutto sotto controllo”

di Redazione | 4 min

ambuolVigilanza costante dell’Ausl di Ferrara sulla cosiddetta “intra moenia”, le prestazioni erogate a pagamento al di fuori del normale orario di lavoro, nelle stesse strutture pubbliche, dai medici. I dati in possesso dell’azienda sanitaria evidenziano come l’attività libero professionale, che ha tempi d’attesa più brevi, sia comunque nettamente inferiore a quella istituzionale.

Lo sostiene lo stesso direttore generale dell’Ausl di Ferrara, Paola Bardasi, nel presentare il lavoro svolto in oltre 12 mesi di monitoraggio. “Disciplinare, organizzare e regolamentare la libera professione è un obiettivo che ci siamo posti e ciò ha comportato un grosso impegno organizzativo per l’Azienda, soprattutto nell’ultimo anno”, spiega la Bardasi snocciolando le principali azioni messe in campo e i percorsi interni aziendali attivati per la puntuale applicazione delle linee guida regionali in materia di attività libero-professionale intramuraria (Apli) con particolare riferimento a quelle successive ed applicative previste dalla recente normativa.

I meri dati statistici presentati, come anticipato, parlano di un’attività libero professionale nettamente inferiore a quella istituzionale. Le percentuali maggiori si registrano proprio in ortopedia (19,9%), ginecologia (30,2%), lungodegenza (17,3%), urologia (13,5%) e cardiologia (12,5%), discipline dove la libera professione è utilizzata maggiormente dai pazienti, che scelgono il professionista a cui affidarsi. Per tutte le altre prestazioni le percentuali sono al di sotto della doppia cifra.

Il controllo sull’attività “intramoenia” è comunque costante, secondo quanto riferito dall’Ausl. Fra le azioni attivate figura la ricognizione straordinaria degli spazi dedicati all’attività libero professionale intramuraria e dei volumi di attività. L’Ausl ha cercato di ricondurre all’interno dell’azienda i professionisti dipendenti dell’Ausl che svolgevano libera professione in studi privati e in studi convenzionati. Il risultato è che ora nessun professionista dell’Ausl di Ferrara effettua più attività libero-professionale in studi convenzionati al di fuori dell’azienda, che ha valutato la disponibilità e adeguatezza degli spazi interni ed esterni idonei allo svolgimento della libera professione garantendo il collegamento alla infrastruttura di rete e la dotazione di attrezzature sanitarie e condizioni ambientali idonee, oltre alla qualità dell’accoglienza per l’utenza e corretta gestione di fatturazione, incasso e rendicontazione. Garantita inoltre dall’Ausl l'”unicità dello spazio in cui il professionista svolge l’attività, che può essere o solo interno o solo esterno (a livello provinciale), con possibilità per gli spazi interni di effettuare la libera professione anche in più sedi aziendali”.

Interventi, quelli descritti dalla Bardasi, che “hanno favorito il rientro di tutti i professionisti che operano in studi privati e in strutture convenzionate non accreditate”. “Non è mancato neanche il supporto informatico – aggiunge il direttore generale Ausl – con l’adozione di una specifica infrastruttura di rete unica a livello aziendale fornita dalla Regione Emilia Romagna (Cup Web Api) che consente al professionista la configurazione delle agende di prenotazione, la registrazione delle prenotazioni e delle prestazioni effettivamente erogate e l’effettuazione dei pagamenti con tracciabilità dell’incasso tramite Pos, farmacie autorizzate, macchine riscuotitrici, bonifici bancari, pagamenti on-line , anche dai professionisti a ciò autorizzati operanti in intramoenia allargata”.

“È stato anche attivato – aggiunge la Bardasi – l’Osservatorio aziendale permanente per il monitoraggio complessivo della libera professione: degli spazi dedicati, ai volumi di attività rispetto all’attività istituzionale e ai tempi di attesa. Attraverso il lavoro di questo Osservatorio, l’azienda ha costantemente sotto controllo i dati di attività, li analizza e – grazie al filo diretto che ha istaurato con tutti i professionisti – può monitorare lo svolgimento dell’attività professionale in rapporto all’attività aziendale. Ciò è stato reso possibile grazie anche a una riorganizzazione aziendale che ha permesso l’attivazione di un ufficio dedicato alle autorizzazioni e del servizio ispettivo che vigila sulla libera professione”. L’11 febbraio scorso, poi, è stato adottato il nuovo regolamento aziendale sull’attività libero professionale dei dirigenti medici e veterinari e dei dirigenti sanitari (farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi) del Sistema sanitario nazionale con rapporto di lavoro esclusivo a tempo determinato e indeterminato e i medici specialistici ambulatoriali interni e convenzionati.

“Il monitoraggio puntuale, preciso e costate della libera professione in relazione ai tempi di attesa della corrispondente attività in regime istituzionale – conclude il direttore generale – restituisce una “fotografia” aggiornata delle situazione aziendale. Ciò consente all’Ausl di migliorare le performance e, in caso di tempi di attesa alti, l’azienda interviene con misure correttive aumentando le prestazioni in regime istituzionale, che riducono le prestazioni in libera professione”.

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