Politica
14 Aprile 2015
Le nuove norme del governo impediscono investimenti. Tagliani: "Un'importante occasione persa"

Bilancio in utile, ma il Comune ha le mani legate

di Ruggero Veronese | 4 min

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dsc04433 (1)Il Comune di Ferrara chiude il bilancio consuntivo del 2014 con un utile di 29 milioni di euro ma, tra investimenti già deliberati, accantonamenti preventivati e nuove regole di contabilità in vigore da quest’anno, vede il suo margine di spesa ridursi a soli 770mila euro.

È una conferenza stampa a toni dolceamari quella in cui il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore alle finanze Luca Vaccari hanno presentato il rendiconto economico dello scorso anno: da un lato la soddisfazione per un bilancio in cui secondo l’assessore “si è ulteriormente consolidata la situazione di avanzo strutturale“, dall’altro le perplessità neanche troppo velate di Tagliani per un insieme di norme che – tra patto di stabilità e nuovi vincoli contabili – rendono sempre più difficile mettere in circolazione risorse per gli investimenti.

Partiamo dai dati ‘secchi’, per poi giungere alle conclusioni di carattere politico. Il Comune presenta un bilancio con entrate pari a 168,5 milioni di euro, distribuite in ricavi tributari (110,1 mln), trasferimenti dallo Stato (12,7 mln), entrate extra-tributarie (ad esempio le contravvenzioni, 21,4 mln), alienazioni e crediti (7,3 mln) e servizi in conto terzi (17 mln). Cifre più basse rispetto ai 209,5 mln del 2013, dove pesavano considerevolmente i maggiori trasferimenti statali (circa 30 mln contro i 12,7 attuali) e le entrate ‘una tantum’ per le alienazioni (40,8 mln); ma comunque più alte rispetto ai 152,2 mln del 2012.

Le minori entrate però, assicura Vaccari, “non determineranno alcuna riduzione dei servizi”: i contributi ad Asp e Istituzione Scuola si mantengono infatti sugli stessi livelli (rispettivamente 8,5 e 17 mln, come nei due anni precedenti), mentre calano le voci di spesa relative agli investimenti pendenti dalle scorse annate ma che ricadono sul bilancio corrente. I pagamenti per le opere pubbliche si mantengono attorno ai 24 milioni di euro, mentre ammonta a 15 milioni l’avanzo di bilancio vincolato agli investimenti già deliberati nel precedente esercizio.

Veniamo alla parte più tecnica, relativa alle nuove regole di contabilità che durante il primo anno in vigore penalizzeranno non poco gli investimenti pubblici. Da quest’anno infatti gli enti sono obbligati a creare un fondo di accantonamento per le entrate non garantite, come le imposte ai cittadini o le contravvenzioni stimate per l’anno in corso. Una misura di forte cautela per evitare investimenti azzardati e senza solide coperture economiche, ma non senza conseguenze negative. I 5,5 milioni di euro che verranno accantonati potranno infatti essere utilizzati l’anno prossimo (completamente o parzialmente a seconda delle entrate effettive) quando verranno accantonate nuove risorse dal bilancio consuntivo 2015, analogamente ai 5,5 mln appena ‘congelati’. Ma per quest’anno, il primo sotto la nuova normativa, non vi è alcun fondo relativo al 2013 da cui pescare risorse risparmiate in precedenza. A questi accantonamenti obbligati se ne aggiungono poi anche altri, più attinenti con l’operato dell’amministrazione locale: 3,3 mln per coprire i differenziali dei titoli Dexia, in caso di sconfitta nella lunga battaglia legale con la banca d’investimenti, 1,6 mln per i costi legali del Comune nelle varie cause in cui partecipa e 0,6 mln per i servizi di assicurazione.

Ma alle nuove regole contabili si aggiungono poi altri due ‘handicap’ per i Comuni: la fine dei finanziamenti e delle agevolazioni per i territori terremotati (che ‘precipitano’ da 21,9 a 4 mln di euro) e gli ormai famigerati vincoli del patto di stabilità, che per utilizzare le parole di Tagliani “hanno alzato l’asticella per gli investimenti” fino a circa 3,2 milioni. Ciò implica che, se l’utile del Comune resterà inferiore a quella cifra, l’amministrazione potrà investire solo in interventi di somma urgenza e non in nuove opere pubbliche.

Questo è lo scenario corrente, dal momento che i 5,5 mln di accantonamenti per le nuove regole contabili riducono l’utile a soli 770mila euro. “È ovvio – afferma Tagliani – che questo significa una fase di assoluto rallentamento delle opere pubbliche che la città ci chiede. Accantoniamo in tutto 11 milioni ma non possiamo spenderli se non per opere di somma urgenza. Ma preannuncio per i prossimi mesi una manovra di carattere finanziario e fiscale, che ci consentirà di fare qualcosa in più e di recuperare una possibilità di investimento”.

Il margine d’azione insomma è tutt’altro che ampio e il sindaco non nasconde le proprie perplessità verso le mosse del governo: “Non ci ha consolato la comunicazione – afferma Tagliani – secondo cui nel Def (Documento di Economia e Finanza, ndr) non ci saranno ulteriori tagli, visto che già la Finanziaria dell’anno scorso ne prevede, che sono già stati stabiliti, fino al 2017. Le nuove regole di contabilità rappresentano un cambiamento epocale, particolarmente complesso e che non aiuta la spesa. E in un momento in cui chi poteva avrebbe dovuto dare una scossa all’economia e al mondo del lavoro, quel ‘volano di spesa’ dato dagli enti locali che viene a mancare è un’importante occasione persa. Anche perchè non abbiamo solo la pressione dei comitati che vogliono la pista ciclabile, i servizi o le aree verdi, ma anche tante richieste dalle imprese che chiedono di poter lavorare”.

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