Economia e Lavoro
7 Aprile 2015
Dal 9 al 18 aprile astensione dalle attività non obbligatorie per docenti e Ata. E il 24 nuovo sciopero unitario

Maxi sciopero della scuola contro la riforma

di Redazione | 4 min

00009034-originalIl mondo della scuola si mobilità in vista della manifestazione nazionale indetta dai sindacati di categoria a Roma per il 18 aprile. E’ in arrivo un maxi sciopero, dal 9 al 18 aprile, di tutte le attività non obbligatorie anche per quanto riguarda il personale Ata.

La mobilitazione, proclamata da cinque sigle sindacali, nello specifico Gilda Unams, Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsal e Cisl Scuola, riguarderà ovviamente anche Ferrara dove dal 9 al 16 aprile verranno organizzate diverse iniziative di sensibilizzazione,  tra le quali assemblee, sit in, incontri con le forze politiche territoriali, dibattiti e, come recita una nota unitaria dei sindacati nazionali, “ogni altra iniziativa che si riterrà opportuna ai livelli territoriali per discutere e confrontare con il personale i contenuti del ddl Governativo, sulle eventuali proposte di modifica e su quelle di cui si chiede la cancellazione”. I dettagli delle iniziative a Ferrara e provincia verranno illustrati mercoledì 8 aprile dagli stessi sindacati, che contestano la riforma della scuola e chiedono la stabilizzazione dei precari, un ruolo della dirigenza scolastica in connessione agli aspetti didattici ed educativi e una disciplina negoziale in connessione con i diritti ed obblighi del personale. Sono questi i tre temi fondamentali della mobilitazione che i sindacati della scuola hanno indetto per “rivendicare il ruolo di assoluta centralità del personale, per chiedere al Governo di aprire un vero confronto su un progetto di riforma credibile e fattibile, perché sia avviato il confronto contrattuale per tutte le materie che attengono la regolazione del rapporto di lavoro”.

La mobilitazione è stata programmata per tutto il personale docente e Ata, e già comunicata ai Ministeri competenti e al Garante per gli scioperi. La protesta del personale, si legge in una nota diramata dal Miur, vedrà l’astensione delle attività aggiuntive oltre l’orario obbligatorio retribuite con il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa; l’astensione dalle ore aggiuntive per l’attuazione de progetti e degli incarichi di coordinatore retribuite con il Mof; l’astensione dalla sostituzione e dalla collaborazione con il dirigente scolastico e di ogni altro incarico aggiuntivo; l’astensione dalle ore aggiuntive prestate per l’attuazione dei corsi di recupero; l’astensione dalle attività complementari di educazione fisica e avviamento alla pratica sportiva. Il personale Ata, continua la nota del ministero, si asterrà dalle attività aggiuntive oltre le 36 ore settimanali. Inoltre ci sarà l’astensione da tutte le attività previste tra quelle rientranti nelle posizioni economiche (I e II grado) e negli incarichi specifici; l’astensione dall’intensificazione dell’attività nell’orario di lavoro relativa alla sostituzione dei colleghi assenti. Infine, è prevista l’astensione dagli svolgimenti dell’incarico di sostituzione del Direttore dei servizi generali e amministrativi.

E non è tutto, perché allo sciopero di dieci giorni indetto da Gilda Unams, Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsal e Cisl Scuola, si aggiunge un ulteriore sciopero, il 24 aprile, proclamato questa volta dal sindacalismo di base rappresentato da Unione Sindacale di Base, Unicobas, Anief, Orsa Scuola, Slai Cobas e Cub. Uno sciopero unitario che riguarda tutti i lavoratori della scuola, per protesta nei confronti di un disegno di legge definito “inemendabile e irricevibile”. “Si sta costruendo nella lotta il fronte dei sindacati non collaborazionisti – scrivono i sindacati promotori dello sciopero del 24 aprile – la vera risposta alle politiche di distruzione della scuola pubblica statale che unisce le rivendicazioni dei lavoratori – di ruolo, precari – al diritto all’istruzione e al sapere critico delle nuove generazioni. Il Ddl “La Buona Scuola” trasformerà le scuole italiane in vere e proprie aziende gestite da presidi-manager liberi di assumere e licenziare i docenti e condizionare la didattica, mentre gli organi collegiali saranno svuotati di ogni potere decisionale. Gli studenti delle scuole superiori inoltre al posto di studiare e formarsi saranno sfruttati in attività di stage e apprendistato gratuito presso imprese private. Questa non è “Buona Scuola”, ma solo una pessima legge che crea scuole per i ricchi e scuole per i poveri, che limita il diritto allo studio eliminando la libertà d’insegnamento, che asserve il sistema d’istruzione pubblica agli interessi dei privati, precarizza a tempo indeterminato il corpo docente introducendo un sistema di reclutamento a forte rischio di nepotismo e clientelismo e condanna alla disoccupazione migliaia di docenti precari che lavorano nella scuola da anni attraverso le Gae e le Gi che verranno cancellate”.

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