Il direttore generale dell’azienda Sant’Anna, Gabriele Rinaldi, indagato per l’esplosione dei costi dell’appalto per i servizi no-core dell’ospedale di Cona. A un mese di distanza dalla notizia di una nuova inchiesta sugli appalti del nosocomio ferrarese, cominciano a filtrare le prime indiscrezioni sui dettagli relativi a indagati e ipotesi di reato. Che indicherebbero proprio il massimo vertice del Sant’Anna all’interno di una lista di circa 10 persone, iscritte a vario titolo nel registro degli indagati con le ipotesi di falso, omissione e abuso d’ufficio.
Dai legali del diretto interessato non giungono né conferme né smentite sul coinvolgimento di Rinaldi: “È una notizia che apprendiamo dalla stampa – afferma l’avvocato Marco Linguerri – e ci attiveremo per avere informazioni precise. Da quanto ne sapevamo il procedimento in questione, nato dall’esposto della Uil, era stato archiviato. Sappiamo che in seguito il pm aveva avuto altre informative, ma non ci è mai stato detto nulla di ufficiale”.
La notizia insomma non ha ancora i crismi dell’ufficialità, ma le indiscrezioni filtrate fino a questo non sono certo le più inverosimili. Il punto chiave infatti non sta più nella parte di appalto relativa all’edificazione dell’ospedale, ma a quella incentrata sulla gestione dei servizi trentennali no-core affidata a Progeste (oltre che su altri aspetti come la realizzazione del ‘famigerato’ condotto sotterraneo documentato pochi giorni fa da estense.com). Il cui costo è lievitato dai 23 milioni annui previsti nel primo contratto (2006) ai 53 milioni che compaiono nell’ultimo bilancio di previsione: 30 milioni di euro in più all’anno per trent’anni, per un totale di 900 milioni di euro non preventivati in fase di appalto.