Cronaca
23 Gennaio 2015
La procura riapre il fascicolo sulla querela depositata dalla Uil. Al centro dell'inchiesta i costi per i servizi no-core

Appalti Cona, ora la nuova indagine è una certezza

di Ruggero Veronese | 3 min

cona ingresso okC’era un foglio che circolava con un certo imbarazzo tra alcuni funzionari pubblici mercoledì pomeriggio, durante la Conferenza Socio-Sanitaria nel Castello Estense. Si trattava di una lettera firmata dal sindacalista Uil – Fpl Enrico Franceschi, che informava le autorità politiche e sanitarie della provincia di un fatto che potrebbe portare a sviluppi clamorosi: l’apertura ufficiale di una nuova inchiesta sugli appalti dell’ospedale di Cona.

Incentrata questa volta non su progetti, cantieri e materiali utilizzati per la costruzione del nuovo Sant’Anna, ma di un argomento ancora più attuale e di pubblico interesse in un’ottica di tagli e spending review: l’esplosione dei costi dei servizi no-core, appaltati per trent’anni a Prog.Este, che dai 23 milioni all’anno previsti nel primo contratto (2006) sono lievitati fino ai 53 milioni di euro dichiarati nell’ultimo bilancio di previsione. Trenta milioni in più per 30 anni di gestione, per un totale di circa 900 milioni di euro non previsti nel contratto iniziale.

La notizia era già apparsa sulle colonne di Estense.com, ma solo in forma di ipotesi. È il 21 novembre scorso quando durante un’udienza del processo Cona l’avvocato Michele Ciaccia chiede all’ex responsabile dei lavori per l’impianto elettrico Giuseppe Schiesaro, in aula come testimone, la conferma di un suo colloquio con gli inquirenti di pochi mesi prima, in luglio, come “persona informata dei fatti”. Di che fatti si tratta? L’ipotesi più probabile – e che ora diventa una certezza – è che siano quelli descritti nella querela depositata nel maggio 2013 dalla Uil – Fpl (ma archiviata nel luglio 2014) sui costi trentennali dei servizi no-core.

Torniamo ai giorni nostri e alla lettera che circolava in Conferenza socio-sanitaria. Lettera in cui Franceschi informa amministratori pubblici e sanitari (tra i destinatari compaiono anche il sindaco Tiziano Tagliani e il direttore del Sant’Anna Gabriele Rinaldi) della riapertura dell’inchiesta. Nella missiva infatti il sindacalista spiega di aver richiesto il 2 dicembre scorso l’accesso agli atti del fascicolo archiviato dalla magistratura, ma che il 2 gennaio successivo (alla scadenza dei termini per la risposta) la procura ha respinto la domanda, dal momento che “il procedimento richiesto, iscritto al registro n.6799/14, mod. 21, è ancora in fase di indagine preliminare”.

Una frase forse oscura per chi è digiuno di procedura penale, ma che contiene due dati rilevanti. Il primo e più evidente è la riapertura del fascicolo, visto che l’indagine in corso rende impossibile un accesso agli atti. Il secondo sta nel codice del fascicolo, iscritto prima dell’archiviazione al numero 553/13, mod. 45. Infatti se la categoria “mod. 45” indica un fascicolo in cui non compaiono né indagati né vere notizie di reato, la dicitura “mod. 21” (a cui fa riferimento la risposta della procura) implica la presenza di almeno un’ipotesi di reato e di almeno un indagato. L’inchiesta insomma esiste ed è tuttora in corso; forse grazie al lavoro della polizia giudiziaria, forse per via di nuove segnalazioni di reato giunte in procura. Ma quella che prima appariva solo come una lontana ipotesi assume ora il carattere della certezza: c’è qualcosa da chiarire riguardo all’esplosione dei costi per i servizi esterni del Sant’Anna. Ora non resta che aspettare gli sviluppi dell’indagine.

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