Faccio il sovversivo
1 Febbraio 2015

Ripartiamo dalle case del popolo

di Faccio | 4 min

L’informazione televisiva determina l’andamento della nostra vita, del nostro modo di pensare e di vedere le cose… È un lento e quotidiano lavaggio del cervello.

Se non conosciamo o non salutiamo il nostro vicino di casa, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Da piccolo abitavo alla Dezima, una via storica di Copparo, mi ricordo le compagnie di ragazzi e i filò che c’erano davanti alle abitazioni in estate, le signore col fazzoletto per scacciare le zanzare: erano momenti di discussioni anche molto accese, ma sempre condivise e partecipate; si parlava di tutto, solo il pensiero mi fa emozionare, vere e proprie assemblee a cielo aperto.

La televisione era un semplice elettrodomestico e non condizionava il nostro modo di ragionare: ognuno aveva la propria idea e la esprimeva. Oggi purtroppo quello che é stato un mezzo di informazione e anche di crescita culturale e di identità nazionale é diventata la nostra prigione, ci influenza a tal punto che perdiamo il contatto con la realtà, ci suggestiona così tanto che parliamo solamente del tormentone di quel momento. La soap opera dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica ne è un chiarissimo esempio: patto del Nazzareno, spaccatura nella maggioranza, equilibri fragili… Ora L’elezione di Mattarella ci fa credere che i problemi siano risolti con la sua nomina, sono veramente dei “grandi”… Tutto a posto, abbiamo il presidente…

Lo dovete andare a dire ai milioni di Italiani senza casa, a quelli che hanno perso il lavoro o che lo stanno cercando senza trovarlo, che lavorano a chiamata e non riescono a programmare uno straccio di futuro, a coloro che lo perderanno nei prossimi giorni, altroché esaltarsi per aver eletto il figlio di un deputato, erede di un’oligarchia che sta rovinando il paese.

L’espressione dialettale ferrarese “i la dit da li” (quindi è la veritá) riferendosi alla televisione è disarmante.

Il politico o la politica di turno scelti per andare a parlare sbagliano, essere presenti in modo ossessivo in tutti i programmi televisivi non fa certo bene alla gente che invece di discutere di politica al bar, con gli amici, si imbambola davanti allo schermo e poi non é più in grado di parlare, ma forse è proprio quello che vogliono, creare confusione: il fatto che tanti cittadini dicano che i politici sono tutti uguali in fondo in fondo fa comodo anche ai politici, perché permette di rimanere dove sono a far quello che fanno, indisturbati.

Anche la rete non scherza: i Social, come Facebook e Twitter invadono e posseggono la mente delle persone che si sentono soddisfatte e realizzate perchè pensano di far sapere al mondo scrivendo e inviando un cavolo di post, migliaia di famiglie distrutte, ragazzi e ragazze che credono che quello sia il mondo reale, con tanto di pianti, sputtanate e tragedie, politici (presidente del consiglio in primis) che fanno dichiarazioni tramite questi strumenti, invece di riunirsi e inventarsi qualcosa di onesto e perbene.

In tanti luoghi pubblici è possibile ammirare persone con il telefono in mano trattarlo come fosse un individuo, sorridergli come ad un fidanzato, pulirlo come un bambino, appoggiarlo con delicatezza quasi fosse un anziano da custodire.

Cosa fare per riprenderci un po’ di coscienza sociale? le case del popolo? I centri sociali? I circoli? E se ricominciassimo proprio da qui?

Ritrovandoci a parlare e a discutere di quanto sta accadendo nella nostra società, non solo uomini, ma famiglie intere, con i bambini che vogliono assistere, liberi di farlo, con iniziative ed eventi che riportino tutti al centro della discussione e dell’attenzione, non come adesso che solo chi va a teatro o a qualche lodevole iniziativa di associazioni sparse nel territorio può far parte e prendere parte di un società per bene, debbono esistere più opportunità anche per chi è in difficoltà, le case del popolo e i centri sociali sono il primo passo da fare, ammesso che siano accessibili a tutti e non ai soliti 4 gatti della politica locale, che invece di avvicinare allontanano con le solite “parolone” chi avrebbe davvero qualcosa di concreto da dire.

So che non sarà facile perché chi lavora ha mille problemi, i turni di lavoro, i bimbi piccoli che sono stanchi, la comodità di navigare su internet che ha il potere di farci stare in pace con la nostra coscienza…

Penso ci dovremmo provare, dedicare qualche ora per ritrovarci magari il fine settimana, lasciando perdere per un attimo la rete e gli spritz; sarebbe un segnale per una società nuova che si vuole migliorare, con proposte costruttive e non solo distruttive.

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