Cronaca
30 Gennaio 2015
Legambiente: "Necessario mettere in campo azioni immediate"

Qualità dell’aria, Ferrara ok ma il 2015 inizia male

di Redazione | 4 min

centralina ariaIl 2014 ha riservato un’aria più pulita del solito per i cittadini dei capoluoghi dell’Emilia Romagna. “Solo” cinque capoluoghi su 10, infatti, hanno sforato i 35 giorni di superamento dei limiti di PM10 concessi dalla normativa. Parma, Rimini e Reggio Emilia restano le realtà più critiche.

La classifica di Legambiente dei capoluoghi di Provincia con i superamenti della soglia limite di polveri sottili in un anno vede Ferrara comportarsi bene durante l’anno. Ricordiamo che il decreto legislativo 155/2010 prevede un numero massimo di 35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 µg/m3. Il capoluogo estense ne ha fatti registrare “solo 33”, facendo segnare uno dei dati migliori in regione e migliorando nettamente rispetto agli anni precedenti.  

Città Totale gg superamento 2014 Totale gg superamento 2013 Totale gg superamento 2012 Totale gg superamento 2011 Totale gg superamento 2010 Totale gg superamento 2009
Parma 61 80 115 92 61 62
Reggio Emilia 50 56 93 84 84 80
Rimini 52 68 88 73 58 36
Modena 36 51 85 89 82 78
Ferrara 33 51 77 71 59 66
Bologna 23 57 73 68 62 50
Piacenza 38 43 71 79 63 83
Cesena 15 15 30 26 37 28
Ravenna 27 48 66 67 47 37
Forlì 19 28 52 47 45 37

 NB: Nel redigere questa classifica si è presa come riferimento la centralina peggiore (ovvero che ha registrato il maggior numero di superamenti nel corso dell’anno) presente nella città, a partire dai dati disponibili sul sito di Arpa Emilia Romagna.

Potrebbe sembrare una buona notizia, se i dati di gennaio 2015 non mostrassero un netto peggioramento della situazione, come si può evincere la tabella relativa ai primi 25 giorni.

Parma Reggio Emilia Rimini Modena Ferrara Bologna Piacenza Cesena Ravenna Forlì
giorni di superamento al 25 gennaio 2015 20 15 10 10 14 11 13 6 13 10

 Tutti i capoluoghi hanno già superato i dieci giorni di sforamenti, nel solo mese di gennaio, con Parma già a quota 20 e Reggio Emilia a quota 15. “Dati estremamente preoccupanti – commenta Legambiente – che ricordano la necessità di mettere in campo subito azioni per migliorare la qualità dell’aria così pesantemente compromessa nella zona del bacino padano”.

Ricordiamo la recente decisione dello Iarc (l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) di inserire l’esposizione all’inquinamento dell’aria, e in particolare ad elevati livelli di particolato atmosferico, come cancerogeno di gruppo 1:  l’inquinamento dell’aria infatti, è direttamente collegato ad un peggioramento delle condizioni di salute, specialmente dei soggetti più deboli come bambini, anziani, asmatici. Non a caso Legambiente Emilia Romagna è partner del progetto Life europeo, che si pone l’obiettivo di verificare le potenzialità dei materiali tessili con proprietà fotocatalitiche, nella riduzione delle concentrazioni di inquinanti nell’aria. Il progetto prevede la sperimentazione di tali tessuti all’interno del cortile di una scuola spagnola, ubicata nei pressi di una grossa arteria stradale, per verificare l’utilità futura dell’utilizzo di tali materiali su larga scala, per la riduzione degli inquinanti atmosferici.

“È indispensabile che la nuova giunta riprenda immediatamente in mano il Pair 2020 e ne acceleri l’approvazione – sostiene l’associazione ambientalista -, evitando di dimenticarlo in un cassetto. È fondamentale che trovino al più presto attuazione le misure contenute nel piano, e siano coordinate con politiche di promozione della mobilità pubblica su ferro con attenzione all’intermodalità (il caso della cancellazione dell’abbonamento bici+treno non è un buon segnale), delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato, oltre che della mobilità ciclabile”.

“Serve anche maggiore spinta verso la riqualificazione urbana – prosegue l’analisi di Legambiente – con meccanismi che favoriscano l’efficientamento energetico degli edifici delle nostre città. Tutte azioni che potrebbero essere finanziate dirottando gli investimenti previsti per nuove strade ed autostrade, come il passante Nord di Bologna o la Cispadana. Associate a queste politiche strutturali di medio termine – conclude l’associazione – ribadiamo la necessità di intervenire con misure emergenziali come quella di  abbassare il limite di velocità in autostrada fino a 110 chilometri orari durante i lunghi periodi di superamenti continuativi dei livelli di PM10, e ricordiamo l’importanza delle giornate di blocco del traffico”.

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